De Rossi: «Raspadori? Un giovane galantuomo. Nazionale impoverita»

Daniele De Rossi si racconta al Social Football Summit allo stadio Olimpico. L’ex centrocampista ha affrontato diversi temi, dal rapporto del calciatore con la tecnologia, alla sua carriera alla Roma fino a quella in Nazionale. Tu hai vissuto un inizio di carriera nel calcio senza tecnologia.

«Avevamo la raccolta di dati negli allenamenti, ma era appena cominciato il calcio con la tecnologia. Non c’erano i social, quel filo diretto con il tifoso e il racconto della nostra vita. Era tutto molto più intimo. Le foto con i telefoni erano appena nate, e vivevamo in maniera molto più serena e vivevamo molto di più lo spogliatoio»

 

Il tuo lavoro in Nazionale?

«Di questo gruppo mi piace il fatto che ancor prima che io entrassi ha saputo rinascere dalle proprio ceneri. Dalle mie, da Italia-Svezia. Passando questi anni, questa squadra ha ancora la capacità di farlo. Il mister non è cambiato da prima dell’Europeo a oggi, il rapporto che ha creato è di cordialità, rispetto, lascia vivere. Ho avuto allenatori molto bravi: ci sono state delle volte in cui ero felice di essere lì con loro, altre volte invece meno. È piacevole essere in questo gruppo, essere a Coverciano con questa Nazionale».

Il reperimento e la selezione dei giocatori per la Nazionale?

«Probabilmente c’è un impoverimento nella selezione dei giocatori. Si vive meno per strada, nei parchi, in spiaggia. Non c’erano alternative tecnologiche, lì giocavi e ti allenavi. Adesso si fa un po’ di meno. C’è meno materia prima, ma c’è. Adesso abbiamo trovato 4-5 giocatori che io nelle under inferiori non conoscevo. Se hai il coraggio di sceglierli le alternative si trovano. A questi giocatori consiglio di giocare, anche nelle Under: hanno la fortuna di avere un ct che li segue e che non ha paura di sceglierli. Il materiale c’è, basta cercarlo e aiutarli a farli uscire e valorizzarli»

Raspadori?

«È un ragazzo d’oro, un giovane galantuomo. Ti rende felice vedere questi ragazzi fare lo stesso percorso che ho fatto io in passato. Mi rende felice vedere questi ragazzi emergere in Nazionale. Quando ero ragazzo io, con Lippi, in Nazionale c’erano solo 1/2 giovani, adesso invece sono più di 10 ed è più difficile emergere».