De Rose: leadership, corsa e grinta. Ma anche tattica e assist per il sogno promozione
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma su Francesco De Rose e sul suo apporto in campo.
Il gol di Brunori e le prodezze di Massolo, certo, ma non solo: nel Palermo che sogna il ritorno in B spicca anche l’esperienza e la sagacia di tattica di De Rose, il faro del centrocampo rosanero. Il capitano è la guida della compagine di Baldini, uno dei pochi per altro ad aver vinto la C, sebbene non attraverso la strettoia degli spareggi. La sua è una leadership poco appariscente dall’esterno, ma concreta perché De Rose più che sui media preferisce farsi sentire dentro lo spogliatoio e in campo: uno che sa quando aprire bocca, insomma, per protestare, per sdrammatizzare, per spronare i compagni riprenderli, anche a muso duro se serve,
Baldini fa molto affidamento su di lui per raccogliere i frutti del lavoro iniziato a gennaio. Tra loro il rapporto è schietto, anche perché condividono quei valori extracalcio a cui spesso fa riferimento il tecnico rosanero, come la fede e la famiglia. Sul campo non è solo questione di leadership, ma anche di dome De Rose guida i compagni e si adatta ai vari momenti del match-. L’esperienza lo aiuta a gestire i tempi di gioco, l’integrità fisica gli permette di macinare chilometri, pedinare gli avversari e di tanto in tanto anche qualche sgroppata strappa applausi fino ai limiti dell’area avversaria, senza mai lesinare energie, facendo ricorso all’occorrenza alla giocata ruvida o il fallo tattico. Di gialli finora ne ha avuti 13, solo uno in meno di Dall’Oglio. Anche De Rose è diffidato e deve fare attenzione perché in questi playoff è stato sanzionato già tre volte e ha dovuto saltare la trasferta di Chiavari.