De Melo: «Zamparini? Un pazzo…»
“E’ la partita che non c’è più stata. Quella che si doveva giocare il 30 novembre scorso. E che un terribile disastro aereo (71 morti, di cui 19 giocatori), due giorni prima, cancellò. ChapecoenseAtletico Nacional: era la finale di coppa Sudamericana, l’equivalente dell’Europa League. Oggi è l’andata della Recopa, la supercoppa continentale, fra i colombiani (vincitori della Libertadores nel 2016) e i brasiliani cui gli stessi rivali e poi la Conmebol (la confederazione continentale) assegnarono la Sudamericana. Il ritorno è il 10 maggio, a Medellin. Rivali quindi, nemici mai. Solidali i popoli e le squadre dopo la tragedia. La gente di Chapecó non ha certo dimenticato la generosità dei colombiani. La delegazione del Nacional sarà scortata in corteo dai vigili del fuoco. I tifosicolombiani saranno accolti da applausi e spettacoli musicali. L’azienda incaricata della festa, la stessa che si occupò dell’accensione del braciere olimpico a Rio 2016, vuole puntare dei cannoni di luce verso il cielo per rendere omaggio ai morti. E i giocatori delle due squadre scenderanno in campo alternandosi e mischiandosi. La Conmebol ha fatto un’eccezione permettendo la partita al l’Arena Condá, 20.089 posti. Di solito, le finali si giocano in impianti di almeno 40 mila posti. Si aspettano circa 400 tifosi dell’Atletico Nacional e le tifoserie non verranno separate allo stadio. E poi la capsula del tempo, sarà allestita all’Arena Condá nonché nella gara di ritorno a Medellin: vi saranno depositati lettere e oggetti vari. Verrà riaperta nel 2060, fra 43 anni: l’età della Chape, fondata il 10 maggio 1973. La capsula tornerà a Chapecó, al Parco Medellin, che deve essere ancora costruito. Il tecnico Mancini Tra i protagonisti della Chape c’è Tulio de Melo, 32 anni, un passaggio lampo per il calcio italiano: nel 2008 fece il precampionato col Palermo e un match di coppa Italia. Il centravanti ha giocato con la Chape già nel 2015. Dopo una parentesi allo Sport Recife nel 2016, è tornato al club nello scorso gennaio. «Quando mi hanno chiamato per partecipare alla ricostruzione non ci ho pensato due volte», dice l’attaccante a ET. «Volevano il mio ritorno già nel 2016 ma non è stato possibile. Ora vogliamo ricambiare la gentilezza e l’affetto del popolo colombiano. Ma quando il pallone sarà in movimento punteremo a vincere». «Zamparini? Pazzo» Tulio de Melo ha fatto il giro d’Europa. È stato più felice in Francia, dove ha conquistato titolo e coppa con il Lilla nel 2010/11, allenato da Rudi Garcia, che poi sarebbe stato tecnico della Roma e ora guida il Marsiglia. Garcia lo conosceva bene fin dai tempi in cui il brasiliano aveva giocato sotto il suo comando a Le Mans e lo riportò in Francia. «Non rifiuterei un ritorno in Europa. Ho il passaporto francese. Ma il presente è la Chapecoense», sottolinea il centravanti. Che ricorda così Palermo: «Cambiarono subito lo staff e il tecnico che mi avevano voluto e quindi dovetti andarmene. Il Palermo è giù in classifica? Zamparini non è più il padrone del Palermo? Forse non cambieranno più tanti allenatori, allora. Perché Zamparini è pazzo»”. Queste le parole di Tullio De Melo ai microfoni de la “Gazzetta dello Sport”.