De Luca (Sindaco Messina) al Corriere della Sera: «Licenzio tutti! Pronto a farmi arrestare per…»
L’edizione odierna de “Il Corriere della Sera” ha riportato un’intervista a Cateno De Luca, sindaco di Messina. Ecco un estratto: alla registrazione del messaggio antivirus che da venerdì echeggerà con i droni sulle borgate dello Stretto. Ma a Cateno De Luca, all’impetuoso sindaco di Messina deciso ad avere strade deserte, il messaggio da fare echeggiare dall’alto è venuto a modo suo: “Dove c…vai? Torna a casa. Vi becco uno auno. Questo è l’ordine del sindaco. A calci in c..o!”. «Oddio, era solo una prova», si schernisce a sera,dopo le battaglie cominciate all’alba su Facebook, dalla sua cucina, ancora in pigiama, con una impennata contro governo e Viminale «per il disastro di Villa San Giovanni». Sempre deciso a bloccare i traghetti dalla Calabria? «Messina è la porta dell’isola e io la chiudo se nessuno controlla». Il Viminale ripete che controllano. «Il governo sforna decreti che non fa applicare. Intanto non bisognava fare partire migliaia di meridionali in treno ai primi due decreti. Adesso arriva anche gente partita dalla Francia scoprendo solo qui che, frattanto, è scattato un terzo decreto.Un caos». Lei ha già difficoltà a trattenere i concittadini in casa. «Ai miei ci penso io, anche conidroni. Ma lo spettacolo indecoroso che va in onda ogni sera dallo Stretto di Messina deve terminare. Espetta al governo. Nonostante le smentite, non possiamo lasciarci beffare da quattro disperati che dicono di essere artisti di strada in arrivo dalla Francia, pigiati dentro una sgangherata Renault 4 con il tettuccio stipato da valigie, cianfrusaglie, scarpe penzolanti e una bicicletta. Roba da circo. Chi sono? Fermati dai carabinieri a Salerno. E poi? Poi ce li siamo ritrovati sul traghetto e su un’ultima foto postata proprio come una burla da Acitrezza». E i messinesi? «Faremo la voce grossa. Dall’alto. Con i droni. Per convincere tutti ad attenersi alle regole. A partire dagli impiegati comunali». Lavorano? «Ne ho 500 ma troppi si dichiarano indisponibili come i disertori… E io minaccio il licenziamento».