L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Catania e su De Luca che ha rilasciato un’intervista alla rosea.
Una “zanzara” per pungere gli avversari. Quante volte è stato scritto per presentare Giuseppe De Luca, attaccante che ha scelto il Catania nonostante stia ripartendo dalla Serie D. E, come ha raccontato l’ex Atalanta (due stagioni in Serie A), quando si accetta la piazza rossazzurra non si bada alla categoria, bensì al progetto.
Quanto affetto nei suoi confronti dai tifosi. Se l’aspettava?
«Sicuramente non mi aspettavo un’accoglienza così calorosa. Sono contento che ci sia entusiasmo, mi ha fatto tornare il fuoco che avevo quando ero al Bari. Spero di ripagare».
La realtà della D è difficile da prevedere, tutti contro il Catania dei sogni. Una difficoltà in più per voi.
«Sappiamo che tutti gli avversari sanno che il nuovo Catania ha tesserato giocatori importanti. Piuttosto a ciò che dicono gli altri, badiamo a noi stessi preparando le gare con la giusta verve. Sulla carta ci danno tutti per favoriti, vedremo che accadrà».
Negli anni scorsi è stato spesso accostato al club che allora disputava la Serie A. Perché l’affare non s’è mai concluso?
«Sicuramente su alcuni particolari, all’epoca, non ci siamo trovati, ma è il passato. Il presente dice che sono un giocatore del Catania e fino a quando indosserò questa maglia darò il meglio per riportarlo in alto».
Perché ha scelto la D adesso?
«Volevo rimettermi in gioco, non nascondo che avevo altre offerte ma Catania come tifo, storia, organizzazione societaria è talmente ben quadrata che per un calciatore è difficile dire di no. La mia è stata una scelta di cuore per la voglia di rivalutarmi in una piazza importante che vive di calcio come me».
Il confronto di San Cataldo l’ha visto dalla tribuna: che idea s’è fatto della squadra e del clima che il Catania troverà?
«Andremo in campi del genere, tutti ci aspetteranno. Dal 18 settembre saremo pronti facendo vedere chi è il vero Catania. Dispiace per i tifosi essere usciti dalla Coppa, ma il bello – vi assicuro – deve ancora arrivare. La squadra è completa, un gruppo forte, ora dobbiamo dimostrarlo sul campo al di là delle chiacchiere che si stanno facendo».
Tridente con De Luca in campo: cosa devono aspettarsi compagni, allenatore e tifosi?
«Al di là di quello che posso fare io, l’obiettivo è tornare in alto. Io farò il massimo e quello che devo fare, ciò che ho sempre fatto in carriera. Aiuterò il Catania a fare tanti gol e i miei compagni a segnare il più possibile».
Il rapporto con Ferraro e con lo staff?
«Perfetto, c’è sintonia, c’è serenità: componenti essenziali».
Che cosa state imparando dall’esperienza di questi giorni a Catania? Il ritiro estivo si è concluso, ci si avvia verso l’esordio in campionato…
«Siamo un cantiere aperto, c’è da lavorare tanto sui meccanismi. Abbiamo, però, capito cosa vogliamo e cosa dobbiamo dimostrare dal 18 settembre per dare un’impronta a questa stagione».
Atalanta, Bari, Entella le tappe importanti della sua carriera. Ricorda un gol importante o una vittoria che le resta nel cuore?
«Ricordo con piacere l’esordio a San Siro contro il Milan, lo 0-1 del 15 settembre 2012 è stato uno dei momenti più alti della mia carriera. Il gol? Scelgo quello alla Samp (4 novembre 2012, ndr ), è stato il primo gol in Serie A ed è un’emozione che ti resta dentro per sempre».
E quando affrontava il Catania da avversario al Massimino? Che ricordi conserva?
«Il primo anno ero con l’Atalanta e perdemmo contro Barrientos, Gomez, Bergessio: un Catania fortissimo che fece il record di punti. Con la maglia dell Bari in B, nel 2015, realizzai una doppietta al Massimino, ancora col Bari segnai in Puglia l’1-1 al 93’. Quella etnea è sempre rimasta una piazza importante».
Un augurio per il futuro?
«Vorrei giocare al più presto il derby col Palermo».