L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sui rimborsi di Dazn.
In una lettera del 15 agosto, il Garante per le Comunicazioni (l’AgCom) chiede a Dazn forme di rimborso «semplificate», quasi automatiche agli abbonati che non hanno visto le partite il giorno prima. Il Ga[1]rante spiega che il disservizio del 14 agosto, durante la prima giornata di Serie A, è un evento «conclamato» e grave. Per questo lo sportivo deve ricevere il denaro – tra i 7,49 e i 9,99 euro – senza intoppi. Dazn è disponibile. Resta da capire quante persone incasseranno per davvero il ristoro. Le regole per il rimborso sono scritte nella delibera del Garante nu mero 17 del 2022 (Allegato A). L’abbonato a Dazn avrà indietro i soldi se i tentativi di accesso alla piattaforma o alla singola partita sono superiori a 5 (parliamo di tentativi falliti).
Dice però la delibera che «l’utente dovrà accludere alla richiesta di indennizzi», tra le altre cose, «le condizioni contrattuali di fornitura del servizio di connettività». Scomodo. Per questo il Garante – di fronte al blackout clamoroso e generalizzato del 14 agosto, colpa della sola Dazn – chiede procedure più rapide. La pay-tv, d’altra parte, ha fornito dei link provvisori per permettere la visione a chi era in difficoltà. Nei link, bisognava inserire la propria email. Bastano questi dati e queste email per risalire a chi ha avuto problemi e risarcirlo (ad esempio con uno sconto in fattura).
La Lega Calcio – che ha scritto una lettera di fuoco a Dazn per i problemi del 14 – considera l’incidente chiuso. Il 15, la visione di Verona-Napoli e Juve-Sassuolo è andata liscia (1,7 milioni gli spettatori complessivi). Per risolvere in via definitiva la questione, la Lega Calcio ha consigliato la pay-tv di risarcire tutti i suoi abbonati. Dazn non esclude la soluzione; ma un rimborso totalitario avrebbe un costo alto (vicino ai 15 milioni, secondo fondate indiscrezioni). In base alle regole del Garante, all’abbonato spetta un quarto del canone mensile, in un caso del genere. Dunque chi ha un abbonamento da 29,99 euro ne recupera 7,49; chi ha il premium da 39,99, ne prende 9,99. Se ipotizziamo un risarcimento medio di 8 euro e lo moltiplichiamo per gli abbonati (1,8 milioni, dato ufficioso), ecco prendere corpo una spesa di 14,4 milioni. L’avaria del 14 agosto è effetto di un bug nel sistema di accesso a Dazn.
In genere, l’abbonato lancia l’app ed è riconosciuto in automatico, arrivando alla visione delle partite. In questo caso, non è stato riconosciuto. Ha cercato di immettere nuovamente le credenziali, senza riuscire a entrare. Perché? Prima ancora dell’avvio del campionato, Dazn ha aggiornato la sua app e il sito. Ha definito così nuove modalità di accesso. Per questo Campionato, chi paga “solo” 29.99 euro può vedere la gara su due dispositivi quando questi si appoggiano alla stessa linea wi-fi. Per seguire le partite in due luoghi e su due dispositivi diversi, tocca pagarne 39.99. Dopo l’aggiornamento, app e sito non hanno retto l’urto degli sportivi che reinserivano, in massa, le credenziali di entrata.