L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’arbitro David Bartolotta, dalle botte in campo all’incontro con Mancini a Coverciano.
Una giornata indimenticabile per il giovanissimo arbitro palermitano David Bartolotta, classe 2000, accolto dalla nazionale italiana e dal commissario tecnico Roberto Mancini, a Coverciano. Non è passata inosservata, infatti, l’aggressione subita dal giovane direttore di gara di Cerda, insultato, minacciato, spinto, strattonato e poi scaraventato a terra, da calciatori, tecnici e dirigenti, lo scorso 4 marzo, allo stadio comunale di Villarosa, in provincia di Enna, in occasione del match di Promozione tra Villarosa e Pro Falcone. E mentre gli azzurri preparavano il match contro l’Inghilterra, in programma questa sera a Napoli, i vertici della federazione e Roberto Mancini hanno voluto accendere i riflettori sulle continue aggressioni agli arbitri.
Un fenomeno triste, in costante aumento e sempre più frequente nei campi di calcio. E in segno di solidarietà, la nazionale italiana ha invitato a Coverciano il ventiduenne palermitano David Bartolotta, assieme al collega ligure Andrea Arnone, anche lui, nelle scorse settimane, vittima di un’aggressione. I due hanno trascorso assieme ai calciatori e allo staff tecnico la prima giornata di raduno. Andrea e David, rispettivamente delle sezioni di Genova e Palermo, hanno partecipato a una conferenza stampa, nell’aula magna del centro tecnico federale, al fianco del commissario tecnico della nazionale: «Gli arbitri vanno rispettati — ha detto Mancini — Mi auguro che certi episodi non accadano più. Andrea e David sono due ragazzi giovani, a cui auguro di arrivare in serie A. Il calcio è il gioco più bello del mondo, da bambini tutti ci vogliamo giocare, ma bisogna sempre ricordare che senza gli arbitri non si può. Hanno un ruolo fondamentale. E vanno rispettati. Come me, come noi, come tutti i calciatori, anche gli arbitri amano lo sport e amano il calcio».
«Ai calciatori, agli allenatori e ai dirigenti voglio dire che noi arbitri siamo persone come loro — ha detto David Bartolotta, che sogna di raggiungere la serie A e di arbitrare in una finale mondiale — Non devono vederci come dei nemici, ma come dei garanti, che fanno in modo che una partita si possa giocare. Ai miei giovani colleghi dico di non abbattersi mai, perché la passione vince sempre. Ringrazio tutti per la solidarietà, piovuta da tutta Italia. Mi ha scritto tantissima gente che non conoscevo». E il suo intervento, è stato salutato da un forte applauso di tutti i presenti: «Essere a Coverciano, per me, è un’emozione pazzesca. Non ero mai stato qui — prosegue il giovane arbitro palermitano — Ai calciatori dico di divertirsi e migliorarsi. Sempre. E agli allenatori e ai dirigenti voglio dire che per prima cosa devono essere educatori».