D’Angelo presenta la nuova serie B: «Palermo e Cremonese non possono più nascondersi»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta le parole del tecnico dello Spezia Luca D’Angelo.

Nell’Italia dei campanili, pochi personaggi riescono a raffreddare le più feroci rivalità calcistiche. Luca D’Angelo è uno splendido ricordo per i tifosi del Pisa dopo una promozione in Serie B e una Serie A sfiorata, ed è il nuovo eroe a La Spezia dopo la sofferta salvezza della passata stagione. Il 27 gennaio scorso l’Arena Garibaldi l’ha sportivamente applaudito, anche se i tre punti li ha portati lui nel Golfo dei Poeti. Il prossimo 17 agosto, al debutto in campionato, la storia si ripete. Gli applausi saranno scontati.

Il risultato?
«Quel giorno ho vissuto una bellissima emozione, dopo la fantastica esperienza a Pisa. Abbiamo vinto ma era più giusto il pari, stavolta il derby sarà ancora più atteso perché arriva al debutto: ovviamente il risultato è impossibile prevederlo».

Come si fa a farsi amare da due piazze tanto rivali?
«Sono sempre stato me stesso. In 5 anni a Pisa mi hanno conosciuto bene e abbiamo fatto ottimi risultati. A La Spezia sono stato accolto bene sin dall’inizio: hanno capito che io penso solo a lavorare e non prometto calcio fantasmagorico, perché conosco la Serie B e so che bisogna saper attaccare e anche difendere. Penso che la serietà mi abbia aiutato».

Se a Pisa non fosse sfumata in extremis la Serie A dopo quella finale col Monza…
«Sarebbe stata un’altra storia, ma anche le sconfitte fanno parte del gioco e bisogna saperle accettare. Ma ormai quella è una pagina da lasciarsi alle spalle».

La salvezza con lo Spezia all’ultima giornata battendo il Venezia quanto vale?
«Un grande risultato ottenuto contro una squadra che vincendo sarebbe andata in Serie A. A un certo punto ci credevano in pochi, io invece sono sempre stato convinto di farcela perché nel ritorno, dopo il mercato, la squadra è cresciuta e il pubblico ci ha dato una grossa mano: quando il Picco si fa sentire, si sente…».

In attesa che il mercato entri nel vivo, chi fa già paura?
«Chi è sceso dalla Serie A ha qualcosa in più a livello di rosa. Tra le altre, Cremonese e Palermo se la giocheranno, e lo ammettono, non si possono nascondere. Anche il Pisa mi piace. Poi ci saranno una o due sorprese, magari una neopromossa, un classico».

Sarà davvero il torneo dei giovani come vuole la Lega B?
«Per quello che ci riguarda sì, ne abbiamo diversi da proporre. Però vedo che in tutte le rose ci sono giovani forti, anche italiani: è un campionato che merita più attenzione dall’alto».

Se riavrete Pio Esposito dall’Inter, potrebbe essere l’anno della sua esplosione?
«Sì, è forte e abbina qualità fisiche e tecniche a una grande intelligenza: cosa fondamentale. Se torna sono molto felice».

Altri nomi?
«Matteo Tramoni del Pisa: è stato frenato dall’infortunio, ora è il suo anno. Poi Ambrosino, che dovrebbe andare a Frosinone. Ma i nomi sono tanti e possono crescere bene in mezzo a tanti marpioni di categoria».

Lei con 175 panchine di Serie B sulle spalle cosa ha capito di questo campionato?
«Che bisogna stare sempre all’erta. Sembra banale, ma è così: ogni partita va giocata al massimo, il turnover va ponderato bene. Le differenze tra prime e ultime nei 90 minuti non si vedono, ogni partita è una battaglia vera».