L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla scomparsa di Maurizio Zamparini intervistando Walter Novellino.
Prima a Venezia, poi a Palermo. Walter Novellino ha allenato due volte con Maurizio Zamparini. Che presidente era? «Una persona molto generosa, non ci faceva mancare nulla. E non era un burbero. Dovevi lasciarlo sfogare, poi riuscivi a parlarci. Se dicevi sempre di sì, si arrabbiava. Se dicevi di no, pure. Ascoltava troppe persone, molti procuratori se ne approfittavano».
A Venezia una promozione e poi la salvezza in A. Come fece a non farsi esonerare? «Ho rischiato, anche per i pareggi si arrabbiava. Meno male che c’erano Marotta e Di Marzio a fare filtro. In A dopo una gara con la Samp l’ho fatto uscire dagli spogliatoi perché attaccava i giocatori e mi ha esonerato. Poi al mattino dopo mi ha telefonato: “Hai avuto paura che ti cacciassi…”. Non portava rancore».
E invece a Palermo? «Mi prese dicendo che ero l’unico che non aveva esonerato, e mi ha cacciato. Voleva Vazquez centravanti, ma io lo facevo giocare sotto-punta ed era perfetto: come 9 avevo Gilardino. Lui non vedeva le partite: ci parlava e poi andava in giro per la città. Ora lo vedo in cielo con Di Marzio mentre parlano di calcio».