Dalla Juve Stabia al Palermo. Adesso il Venezia spera, l’avvocato: «Prendiamo atto della decisione del Tar, ma…»
L’edizione odierna de “Il Gazzetino” parla della questione legata al Venezia, adesso l’unico modo per ritrovare la serie B è sperare nelle disgrazie altrui. Il club arancioneroverde ha subito una pesante bocciatura, con il Tar che ha dichiarato inammissibile il ricorso sui playout per un difetto di giurisdizione. Nessun commento dopo la sentenza del Tar da parte del patron Tacopina, il Venezia ora ha trenta giorni per presentare ricorso al Consiglio di Stato. Prima però risulta decisiva la data del 24 giugno, scadenza per l’iscrizione al campionato di serie B, con alcune società tra cui Palermo, Chievo e Juve Stabia avvolte ancora da incertezza. Se una di queste tre dovesse saltare, il Venezia sarebbe ripescato, come riferito dall’avvocato Gianmaria Daminato: «Il comunicato 49 del 2019 ha previsto che la Serie B per la stagione 2019/20 vada a 20 partecipanti la sua premessa e tale comunicato ha modificato l’articolo 49 delle Noif, così la norma transitoria prevede che in caso di perdita della Licenza Nazionale necessaria ad iscriversi alle Serie B, la prima ad essere riammessa sarà la migliore delle retrocesse in Serie C». Sulla decisione del Tar: «La decisione va rispettata, la materia è complicata e controversa poiché già all’inizio della stagione sportiva 2018/19 il Governo era intervenuto con un decreto legge che, in materia di ammissione e partecipazione ai campionati, stabiliva la competenza esclusiva del Tar del Lazio. Tale decreto però non è stato convertito in legge con tutte le conseguenze del caso, come appunto l’avvenuta dichiarazione di non competenza». Anche se il Venezia si fosse rivolto al Coni, non avrebbe risolto granché: «L’ordinamento sportivo non prevede una tutela cautelare come la sospensiva (dei playout contestati, ndr) prevista invece dal Tar. Peraltro il Collegio di Garanzia del Coni aveva già evidenziato la necessità di svolgere i playout. Cosa faremo? Prendiamo atto della decisione del Tar e con i colleghi dello Studio Tonucci stiamo valutando in queste ore se ricorrere al Consiglio di Stato».