L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” sui veleni passati tra Palermo e Venezia.
Vent’anni di veleni, quando si affrontano Palermo e Venezia. Veleni societari, perché le due società sono state legate a doppio filo da cambi di proprietà o salvezze fuori dal campa Non i solo Zamparini, ma i anche Tacopina. Non è solo il «travaso. di Longarone, ma sono anche i «soldi del Monopoli».
Poi sul campo, in questo periodo non è che ci siano stati molti scontri diretti. Quando ci sono stati, però c’è stata qualche scintilla tra le tifoserie, tant’è che l’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive ha inizialmente sospeso il giudizio e nelle prossime ore si attende una decisione in merito alla vendita dei biglietti nel settore ospiti. Questo per evitare tensioni, memori di quanto avvenuto nel 2018 sia in Sicilia che nel capoluogo lagunare, in occasione del doppio confronto nei play-off di Serie B. quando entrambe le formazioni si affrontarono in semifinale.
Quella è stata l’unica volta in cui Palermo e Venezia, in questo ventennio, se la sono giocata per lo stesso obiettivo. Teoricamente sarà la stessa cosa domenica. Se quello di questo weekend è sulla carta un vero e proprio scontro salvezza, quello di oltre quattro anni fa fu il passo decisivo per arrivare alla finale per la A, poi persa dai rosa contro il Frosinone. Tolte le intemperanze tra le rispettive tifoserie. sul campo non vi furono particolari polemiche. Sugli spalti, semmai, si notavano i cori dei veneziani contro Zamparini, che però all’epoca non è che fosse cosi popolare a Palermo. A Venezia. chiaramente, non hanno mai perdonato al patron friulano quello che definiscono ancora il furto di Vergine, luogo dove gli arancioneroverdi si trovavano in ritiro nell’estate del 2002, noto invece come «travaso» di Longarone dalle parti di Palermo.