Giuseppe D’Agostino, presidente della Casertana, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni del sito ufficiale della società, rispondendo ad un articolo apparso sul sito Casertace.net: «Sono stati giorni intensi e difficili, in cui in cima ai nostri pensieri c’è stata innanzitutto la salute di chi vive quotidianamente il mondo Casertana. Ci stiamo lasciando alle spalle l’amarezza per una domenica in cui sono stati negati i principi fondanti del mondo dello sport. Una domenica in cui sono venute meno le reali priorità. In queste ultime ore, inoltre, abbiamo dovuto prendere atto di altri contagi all’interno del nostro gruppo squadra. Coda di quanto accaduto nello scorso week-end. Insomma chiuso questo capitolo, vorremmo davvero pensare a metabolizzare l’accaduto per ripartire. Soprattutto una volta che gran parte della squadra rientri dall’isolamento in cui è costretta, per tornare ad una vita normale.
In questi giorni ne abbiamo sentite tante. Tantissime. Vere, verosimili e false. Le ricostruzioni parziali, poi, fanno parte del gioco. Ognuno cerca di tirare l’acqua al proprio mulino. La quasi totalità della stampa locale e non ha trattato l’argomento con massimo rispetto, professionalità ed attenzione. Consapevole di viaggiare spesso lungo un filo sottile. Fatto sta che sulla scia di questo lungo disquisire, non poteva mancare la solita voce che cerca di essere fuori dal coro. Non per dovere di informazione, ma per necessità di ritagliarsi uno spazio. Dire la propria a prescindere. Di rivendicare la propria esistenza. Anche se della Casertana e dei suoi colori si conosce poco e ci si limita a cavalcare soltanto l’onda di fatti extracalcistici o delle voci di corradio alimentati da chi cerca di piazzare solo ostacoli lungo il cammino di chi prova a costruire. E anche questa volta dalla colonne di Casertace.net arriva un affannoso tentativo in extremis di mettere in cattiva luce la Casertana e chi in essa e per essa opera. La solita caricatura a cui il sottoscritto viene ridotto dalla solita penna. Fatti captati in maniera frammentaria e ricomposti per cercare di rendere ridicola la nostra società. Della mia estrazione, del mio lavoro ed anche dei miei limiti sono orgoglioso. Per questo non mi offendo di fronte a questi imbarazzanti tentativi di spostare l’attenzione.
Osservazioni, analisi e giudizi, sono all’ordine del giorno. Ma non posso accettare che si raccontino fatti in maniera errata. Con certe cose non si scherza. E insinuare inesattezze circa il numero di contagi lo trovo di cattivo gusto. Il passaggio dell’articolo in cui si dice “Perché oggi pomeriggio altre fonti ugualmente accreditate parlano di otto positivi, più altri sette indisponibili per altre ragioni: 5 per infortuni vari e due squalificati”. Su questo non ci sto. L’ultima PEC inviata dall’ASL alle ore 13 di domenica 20 tracciava un aggiornamento schematico e chiaro e parlava di 15 contagi, di cui uno relativo ad un dirigente. Forse alle fonti ugualmente accreditate, a cui anche qualcun altro ha attinto, sarebbe giusto dare un nome e un cognome per accertarne la credibilità e trasformare il sentito dire in fatti concreti. Cosa che la stampa in queste ore ha fatto in maniera quasi sempre impeccabile. Sulla questione dei calciatori da ritenere disponibili non è certo un mistero su come funzioni. In data 17 e 19 dicembre la Casertana FC aveva richiesto il rinvio delle gare con Viterbese e Juve Stabia alla luce del quadro certificato di contagi da Covid-19 a cui poi venivano allegati ulteriori certificazioni di infortuni di lungo corso, che chi segue costantemente le nostre vicende, conosce bene. Sui contatti costanti con Lega Pro e figure apicali di essa, mi sembra riduttivo stare qui a parlare di cose che fanno parte della routine, figurarsi in momenti così delicati. Se da parte della Viterbese ci fosse stata la disponibilità al rinvio, tutto sarebbe stato più semplice. Non ci siamo tirati indietro, abbiamo preteso che fosse la Lega Pro a decidere se dovessimo scendere in campo o meno. La nostra richiesta di posticipo alle 21 ne è la conferma. Volevamo pur scendere in campo, ma con la certezza che i tre sospetti non fossero positivi. Richiesta minima che non è stata soddisfatta. Abbiamo dei limiti. Lo sappiamo. Ci confrontiamo con essi ogni giorno e lavoriamo per superarli. Ma non accetto che si ridicolizzi la Casertana e, di conseguenza, chi crede fortemente in essa. Capisco, però, che in questo particolare periodo dell’anno ogni argomento possa tornare utile in vista di chissà quale interesse. Avrei voluto non chiuderla qui, non tornare più sull’argomento. Ma non potevo restare in silenzio ed accettare passivamente un tale racconto».