“Nessuno ci convincerà del contrario: questa finale si deciderà molto fuori dal campo, le condizioni ambientali saranno decisive (non per niente in queste settimane, Mirabelli, Bianchi, lo stesso Oddo hanno mandato messaggi più o meno espliciti per avere la curva pronta almeno per la finale). Il Palermo è inferiore al Padova (ripetiamocelo all’infinito), come squadra e come società. La capacità è paragonabile a quella del primo anno di Bonetto-Bergamin dopo la rinascita, è un club che ha saputo uscire subito dalla serie D (con la società Hera Hora di Dario Mirri) ma che non aveva minimamente idea di quanto avanti sarebbe potuto andare quest’anno. Si è spinta incredibilmente oltre, e tutto grazie alla capacità di Silvio Baldini di cambiare rotta, “innamorarsi del percorso” come ha detto. Mi ricorda molto il Cosenza di Braglia, squadra relativamente modesta (rispetto alle altre squadre che parteciparono a quei playoff) ma che scalò posizioni fino a vincere i playoff. Anche a livello tattico non c’è storia, il Padova avrebbe molte più soluzioni. La squadra di Baldini (che ha ricreato l’entusiasmo che aveva portato nella Carrarese nel 2019, sempre con i due pupilli Damiani e Valente, ma con un Brunori in stato di grazia in più rispetto all’attaccante che aveva in Toscana, Infantino) è lancio dei mediani per i due esterni veloci, verticalizzazioni feroci e tanto movimento in avanti. Ma tutto il resto non è confrontabile a esperienza, tecnica e qualità del Padova. Ecco perchè il vantaggio competitivo, il gap, è tutto nel contorno. E il Padova di fronte a un Barbera grondante di tifo rosanero (mettete tutta la popolazione di Belluno dentro allo stadio domenica e non farete ancora il sold-out), con i suoi problemi cronici a fare gol con le punte, tolto Chiricò quando è in giornata di grazia, farà terribilmente fatica a segnare. Dovrà vincere con due gol di scarto, oppure con uno solo ma trascinandola poi sul piano dei nervi, andando oltre i 90′. Servirà un’impresa, a dispetto di quanto detto da Oddo, una vera impresa. E tutto questo anche perché non siamo riusciti a farci trovare pronti come città“.