Intervenuto attraverso il proprio profilo Facebook sulla questione: “Eccomi. Pensavate che mi nascondessi, che scappassi, che non ci mettessi la faccia? Mi dispiace deludervi, ma la faccia ce l’ho sempre messa per tante cose, figuriamoci se non ce la metto per una cosa che ho creato io, per un ragazzo che ho educato e cresciuto io, trasmettendogli dei grani valori, dei valori di orgoglio, tolleranza, contrarietà alla violenza, soprattutto verso le donne. Se prima ero convinto che mio figlio fosse innocente, dopo aver letto gli atti rafforzo ancora di più l’idea, e inviterei con i commenti a stare calmi, perché siamo solo alle indagini preliminari. Il processo mediatico era quello che ci spaventava, si rischia di dare giudizi troppo affrettati. Questa è solo una misura cautelare dovuta, a detto di chi l’ha richiesta, al fatto che Mattia e l’altro indagato sono stati intercettati, senza saperlo, in una telefonata dove parlavano di un’ingiustizia, di uno scherzo, che non credevano a cosa stavano leggendo: da qui non si evinceva l’ammissione di colpevolezza, non si evincevano cenni di pentimento. Ma se io non ho commesso il fatto, perché durante una telefonata dovrei sentirmi colpevole? È una riflessione che dovremmo fare, perché anche io queste cose le ho sempre sentite in tv, quando ci sei dentro è tutto diverso”.