Difesa ballerina, autoreti e gol a valanga, attacco sterile e legame morboso tra Vazquez e le traverse. Sconfitte pesanti e una sosta di due settimane per mettere a posto le idee. Infine Iachini sulla graticola, il ritiro a Gradisca e quel weekend del 18 di ottobre che può dare una svolta, in un senso o in un altro. E’ il film dello scorso anno, ma anche di questo. Tante, troppe similitudini che per certi versi non fanno star bene. Quello dei rosanero è infatti un avvio preoccupante. Di contro l’esperienza passata ci insegna che, se tutto fila liscio, la stagione del Palermo sta per prendere inizio.
Tre punti in sei partite, quattordici reti incassate e soltanto sei quelle messe a segno, due sconfitte consecutive roboanti e la ghigliottina di Zamparini pronta per il proprio tecnico, dopo la disfatta di Empoli. Siamo al 5 di ottobre del 2014: le gambe di Beppe tremano in seguito alle tre sberle incassate in Toscana. Conoscendo il presidente si aspetta soltanto la consueta sfuriata ed il comunicato ufficiale che sancisce l’esonero di Iachini e la proclamazione del suo successore. Invece no, il patron chiama tutti a casa sua. Dal tecnico fino all’ultimo panchinaro, dai magazzinieri ai massaggiatori. Tutti. Tutti in Friuli, a lavorare sodo sotto gli occhi del proprio boss, per dare una svolta ad una stagione che non è iniziata come si sperava. Arriva il 19 ottobre, la partita contro il Cesena al “Barbera” vale molto più di tre punti: vale la panchina del mister, i nervi di Zamparini, il futuro della squadra, il morale del gruppo e, anche se solo alla 7^ giornata, un intero campionato. La vittoria arriva, all’ultimo respiro e grazie all’incornata di un perfetto sconosciuto come Gonzalez (che oggi, nonostante le due reti messe a segno, nuovamente a stento riusciamo a riconoscerlo). Il prosieguo lo conosciamo: arriverà la vittoria a “San Siro”, il filotto di dieci partite senza sconfitte ed una salvezza a metà stagione quasi in tasca che, soltanto un paio di mesi prima, sembrava quasi un miraggio.
Sembra di essere dinanzi ad un déjà-vu. Stavolta i punti sono sette e sette le partite disputate, nove i gol fatti e dodici quelli subiti. Tuttavia questo bottino relativamente migliore non deve trarre in inganno: il Palermo è in crisi. Da quattro partite non trova punti, da cinque non trova vittorie. Critiche, autoreti, amnesie difensive, pali e traverse, sterilità in fase offensiva e momenti di totale sbandamento non hanno tardato ad arrivare. Dopo il 2-4 contro la Roma, con un primo tempo praticamente non disputato dai rosanero, ancora una volta ci si aspettava una reazione diversa dalle parti alte della dirigenza. Invece, ancora una volta la pausa per le nazionali serve da momento di riflessione, di lavoro e di svolta. Zamparini conferma Iachini al proprio posto, fra lo stupore di molti. Lunedì si va in ritiro spirituale, a casa del presidente. C’è da preparare la partita di Bologna che come il Cesena dello scorso anno è una diretta concorrente alla salvezza. Come lo scorso anno siamo nello stesso weekend, solamente un giorno prima. I colori dell’avversario saranno diversi, l’ambientazione è differente e tra gli spalti del “Dall’Ara” ci sarà quasi esclusivamente gente a sostegno dei rossoblu. Nonostante tutte queste differenze, però, quel giorno il Palermo sarà chiamato a voltare pagina.
Nulla è casuale, ogni cosa si trova al proprio posto per uno specifico motivo. Se oggi stiamo assistendo al medesimo film visto un anno addietro ci sarà un motivo. Il prologo è lo stesso, perché l’epilogo deve essere differente? Accomodiamoci in poltrona, stiamo tranquilli, la parte più bella sta per avere finalmente inizio…