SERIE B

Cremonese, Corini si presenta: «Qui c’è del potenziale. Pressioni? A Palermo dovevamo consolidare la categoria e lo abbiamo fatto»

L’ex allenatore del Palermo Eugenio Corini è intervenuto nel corso della conferenza stampa di presentazione come nuovo tecnico della Cremonese.

Ecco le sue parole riprese da “CuoreGrigiorosso.com”:

Ha visto spesso la Cremonese ultimamente. Che sensazioni ha avuto sulla squadra? «Ero presente contro lo Spezia. Chiaramente, essendo a casa, devo seguire con il mio staff le varie situazioni. Quando hai grandi aspettative, gli avversari sanno che la prestazione è più importante anche del risultato perché se perdono contro la Cremonese può starci. Il potenziale c’è. Ieri ho parlato con i ragazzi per iniziare a responsabilizzarli. Dobbiamo metterci qualcosa di diverso, perché fin’ora non è stato sufficiente. Avere la pressione è un privilegio, ma bisogna essere preparati».

Ultimamente, col suo predecessore, si è dibattuto tanto sul modulo e sulla posizione di vari esterni come Vandeputte. Ha già in mente che vestito dare alla squadra? «Jari è un giocatore evoluto, con qualità tecnica. Ma non dobbiamo pensare a lui come quello che ci fa vincere le partite da solo, ma deve migliorare anche chi gli sta vicino. Per quanto riguarda il sistema di gioco, l’idea ce l’ho, ma è l’unico piccolo vantaggio che posso avere nei confronti della Juve Stabia, e non me lo voglio bruciare. Anche perché ho un’idea un po’ più evoluta di quello che può essere lo schema, cioè che comprende l’occupazione dei vari spazi. Ho bisogno di tutti. Il mio è un lavoro che non finisce mai, e possiamo fare un calcio di un certo tipo. Ora mancano dei nazionali, poi alla ripresa forse due giocatori importanti come Castagnetti e Johnsen. Vazquez al posto di Casta? Franco può giocare ovunque, è un valore. Ma dobbiamo valutare dove far uscire il gioco. La squadra deve avere un calcio dinamico, e le caratteristiche ci sono. Ma sono gli ultimi 30 metri a creare problemi perché le squadre si chiudono e poi magari ti infilano in contropiede».

Come ha trovato la squadra da vicino? «Il gruppo è coeso, come mi avevano anticipato. Si è sempre messo a disposizione. Li ho visti motivati e vogliosi, c’è tutto per fare un campionato da protagonisti. Ma dobbiamo migliorare ogni giorno, dobbiamo avere dentro il fuoco. Io penso che la testa muova tutto. Bisogna creare la mentalità. E devo essere io a stimolare questo nel quotidiano. Negli allenamenti, nella visione dei video…».

Al momento, la Cremonese ha faticato più in casa che fuori. E anche l’anno scorso la promozione l’ha di fatto persa in casa. «Per il discorso che facevo prima. Tutti gli allenatori avversari, già dalla conferenza pre partita, tolgono la pressione alla loro squadra e liberano i propri giocatori. Mentre noi dobbiamo vincere. Una volta capito questo giochino, dobbiamo leggere le partite, capirle, orientarle… Vincere in campionato passa dal vincerle in casa».

L’anno scorso, la Cremonese è stata la difesa meno battuta, ma quest’anno sono già parecchi i gol presi… «L’equilibrio tattico a volte può dipendere anche dall’ansia nel voler vincere la partita. Non a caso, appunto, la Cremo ha faticato allo Zini. Dobbiamo creare le premesse per fare gol, ma senza sbilanciarci eccessivamente, perché poi si rischia di perdere le connessione tra i giocatori».

A Cremona ci sono le stesse pressioni che a Palermo? «Bisogna parametrarsi agli obiettivi. Là dovevamo consolidare la categoria, poi arrivare ai playoff e lo abbiamo fatto. Qua mi sembra chiaro quale sia l’obiettivo, come dimostra anche il mio contratto».

Fermo restando che è un professionista, ma da bresciano, con un passato importante nel Brescia, qualche tifoso ha storto un po’ il naso. È un fattore a cui ha pensato? Cosa le ha fatto dire sì alla Cremonese? «La ritengo una delle rose più forti, società molto solida, con un grande centro sportivo. Ha rivisto la A e c’è la voglia di tornarci. C’è ambizione. Per quanto riguarda il mio passato, ho allenato tante squadre. Sono concentrato su quello che rappresenta per me la Cremonese adesso. Cerco di farmi apprezzare per il mio lavoro, e ritengo fondamentale il supporto della gente. Il 2-2 con il mio Palermo dello scorso anno è stata uno sliding doors che ha lanciato la Cremo e affossato noi. Ma in quell’occasione ricordo il grande sostegno e il calore del pubblico».

Ci sono squadre che già si candidano come favorite? «La B è uno dei più difficili in ogni Lega. L’anno scorso c’erano 4 squadre dominanti per il percorso fatto in precedenza, come Parma e Venezia. C’è uno spazio importante per inserirsi in questo gruppo. Bisogna saperci stare dentro nella categoria».

 

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Redazione Ilovepalermocalcio