Terza ondata in arrivo per l’Italia: secondo la Fondazione Gimbe sono cresciuti del 26.7% i nuovi casi da Covid, dopo sei settimane di calo consecutive. I nuovi positivi sono passati da +90.117 a +114.132, solo nella settimana compresa tra il 29 dicembre e il 5 gennaio. Sono in crescita anche i decessi: altre 3.300 persone sono morte nella settimana a cavallo del nuovo anno, con un incremento del 3,6%. Sono quasi stabili, invece, gli attualmente positivi (569.161 rispetto a 568.728), anche se torna a crescere il numero dei pazienti in terapia intensiva, che sono passati da 2.549 a 2.569 (+0,8%). Ma il dato preoccupante è che, secondo il presidente Gimbe Nino Cartabellotta, si tratta di «numeri sottostimati dalla decisa frenata del testing nelle ultime due settimane». Infatti, dal 23 dicembre al 5 gennaio, il numero dei tamponi in Italia si è ridotto del 20,9% (-464.284) rispetto alle due settimane precedenti.
Si tratta di numeri importanti, che secondo Cartabellotta trovano una sola spiegazione: «Si intravede l’inizio della terza ondata, con numeri troppo elevati per riprendere il tracciamento, reale impatto del vaccino molto lontano poichè senza il via libera dell’Ema ad altri vaccini o l’anticipo improbabile di consegne, potremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno, e dati preoccupanti sulle nuove varianti. Va rivisto il sistema delle Regioni «a colori»: i risultati sono modesti a fronte di costi sociali ed economici elevati. A quasi un anno dallo scoppio dell’epidemia non è più accettabile la (non) strategia basata sull’affannoso inseguimento del virus con l’estenuante alternanza di restrizioni e allentamenti che, di fatto, mantiene i servizi sanitari in costante sovraccarico, danneggia l’economia, produce danni alla salute delle persone e aumenta inesorabilmente il numero dei morti» per coronavirus.
A proposito della campagna vaccinale, lo studio evidenzia che «il reale impatto del vaccino è molto lontano» dal momento che «rischiamo di avere solo il 5% di vaccinati a marzo». Con l’approvazione del vaccino Moderna l’Italia potrà contare su 22,8 milioni di dosi certe entro giugno. Nel frattempo l’Europa ci ha assicurato ulteriori 13.460.000 del vaccino Pfizer-BioNTech e 10.768.000 di Moderna con tempi di consegna non ancora definiti. «Al di là dell’efficienza logistico-organizzativa del nostro Paese senza il via libera dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) ad altri vaccini, AstraZeneca in primis, o l’anticipo improbabile di consegne, potremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno», così il presidente Gimbe Nino Cartabellotta. Che poi ha concluso: «Non è più accettabile l’affannoso inseguimento del virus con l’estenuante alternanza di restrizioni e allentamenti che, di fatto, mantiene i servizi sanitari in costante sovraccarico, danneggia l’economia del nostro Paese, produce danni alla salute delle persone e aumenta il numero dei morti. Sulla base di questi elementi e delle migliori evidenze scientifiche» la Fondazione Gimbe ha dichiarato che sta pianificando una nuova proposta per la gestione della pandemia.