Cosa riaprirà il 18 maggio, le Regioni al Governo: “Decidiamo in autonomia”
Secondo quanto riportato dal “Giornale di Sicilia”, se la richiesta delle Regioni di aprire già lunedì ristoranti, bar e parrucchieri è stata respinta dal governo, c’è un’altra proposta che invece potrebbe essere oggetto di confronto. “Abbiamo chiesto che dal 18 (maggio, ndr) – visto che il 17 scade il decreto del Governo – le Regioni possano decidere in autonomia”. Lo ha rivelato il presidente dell’Emilia Romagno Stefano Bonaccini a Rai Radio1, ospite di Radio anch’io, a proposito della Conferenza della Regioni di ieri sulla fase 2.
Certo, aggiunge il governatore emiliano, “sempre in contatto col Governo e col Ministero della Salute, perché dobbiamo verificare il rimbalzo di questa epidemia”. Perché col rialzo dei contagiati “rischieremmo chiusure di ciò che stiamo per riaprire”.
“Siccome le cose stanno andando meglio, io penso sia giusto permettere alle Regioni una nuova fase”, dice ancora parlando della fase 2 e dell’andamento della curva epidemiologica del coronavirus. L’appello è al Governo, sottolinea, perché “fino ad oggi è solo il decreto del Governo che può permettere l’allargamento di aperture di attività produttive”, mentre le Regioni potevano semmai “restringere”. Tanto è vero, commenta, che atti locali come l’ordinanza del sindaco leghista di Ferrara, Alan Fabbri, per riaprire anticipatamente alcune attività commerciali, “ha valore nullo” per la Prefettura. “Noi dobbiamo provare a mettere in fila quello che può unire – ha aggiunto Bonaccini – Poi può succedere che qui e là qualcuno faccia fughe in avanti. Per la verità finora chi ha fatto fughe in avanti ha sempre dovuto fare marcia indietro in questo territorio”.
Per la Sicilia Nello Musumeci ha già annunciato una ordinanza per metà maggio con cui annuncerà, se la curva dei contagi continuerà la sua discesa, la riapertura di ristoranti, bar, parrucchieri e barbieri. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha già emanato il provvedimento che anticipa al 18 maggio l’apertura di parrucchieri, centri estetici e di bellezza.
Più cauta la Lombardia: “Non sono entusiasta del documento della Conferenza delle Regioni ” con la richiesta di anticipare le aperture dei negozi, “per un semplice ma fondamentale motivo – dice il governatore in una intervista al Corriere della Sera Attilio Fontana -: prima dobbiamo capire gli effetti di queste giornate di riapertura, misurare i numeri, i dati che ci arriveranno e poi decidere i passi successivi. Ma per avere informazioni attendibili è necessario attendere qualche giorno”. E aggiunge: “Secondo me il concetto di Fase 2 è stato fin troppo caricato di aspettative. Questo, in realtà, è il momento più delicato, è quello del monitoraggi, del controllo, della raccolta di dati utili per capire cosa ci aspetta”.
Sulle aperture già da lunedì prossimo, invece, il governo ha risposto con un secco no, perché servono almeno due settimane per valutare gli effetti sulla curva del contagio dell’allentamento delle misure deciso con il Dpcm del 4 maggio.