“La storia non è mai fatta per caso. Le vite interrotte non sono proprie del mondo del pallone, ci sono persone che non si perdono di vista, si allontanano, ma di fatto non si lasciano mai alle spalle certi incontri. E questo è uno di quelli. Finale di Coppa Italia 2011 all’Olimpico di Roma, si sfidano l’Inter allenata da Leonardo e il Palermo in cui giocava Javier Pastore. Ieri l’argentino è sbarcato a Roma per diventare giallorosso e tra i suoi estimatori c’è sempre Leonardo. Lui, Leonardo Nascimento de Araujo, è il brasiliano che ha fatto il giro del mondo prima giocando a calcio, poi cercando talenti e allenando e viceversa. Pastore resta tra gli “affetti” più cari che ha. E Javier, ieri su Facebook, lo ha inserito tra quelli da ringraziare per la sua esperienza parigina. Dal palermo al psg e dal psg alla roma: è trascorsa una vita sportiva per pastore ed è tutto diverso. «E’ cambiato tanto da allora e io ho molti ricordi. Uno sicuramente personale. Dopo la finale Inter-Palermo, guarda caso, proprio all’Olimpico. Lui era andato all’antidoping e io stavo andando via dallo stadio dopo la partita. Lo avevo sempre seguito, sinceramente mi è sempre piaciuto come giocatore, e quella sera ho avuto la possibilità di parlargli, direttamente per la prima volta. Ho anche scherzato con lui e gli ho detto: “Un giorno lavoreremo insieme”. E’ stato un incontro molto carino, lui mi è entrato nella testa e appena ho potuto…». Lei è stato di parola «Poi sono andato al Psg, cambiando ruolo, da allenatore a dirigente. Ero all’inizio di un percorso importante e lui è stato il primo acquisto. C’è stata una complicità forte con il progetto del club e con me. Il Psg veniva da un periodo complicato, era una situazione inedita e lui è diventato il simbolo. Un grande talento, molto giovane, in un momento importante per lui, e lui ha scelto il Psg. A Parigi è diventato un idolo, la gente ha riconosciuto questa sua caratteristica. Io penso lui sia un po’ un artista, anche come stato di spirito. A Roma può veramente ritrovare tutto questo. La Roma è in un trend positivo, sono parecchi anni che lotta per i primi posti, gioca la Champions e lui con il suo modo di essere, ora che è maturo, arriva con una età e una esperienza tali da poter diventare punto di riferimento». leo definisca pastore. «E’ un giocatore che chiama il gioco, il gioco passa per lui, prende tanti palloni, gioca in un settore del campo che può fare la differenza, ha lo spunto finale, ha il tiro, ha l’arrivo, ha il passaggio finale, è anche un assistman. Un giocatore abbastanza completo. Quando dico che è un artista, è proprio per dare a lui questo ruolo». pastore e nainggolan sono come il giorno e la notte. «Nainggolan è un giocatore che ha tanta qualità, ma ha tanta forza e deborda fisicamente. Pastore arriva con la qualità, con il fraseggio, con il passaggio, con l’uno-due ed è un giocatore diverso, però, tutti e due possono fare il ruolo che hanno fatto e con qualità differente. Pastore, secondo me, portaun livello di qualità molto alto». personalità all’opposto. «Torno sul concetto di artista, che ha una sensibilità molto più grande, quindi, trovando il suo ambiente riesce a esprimersi al meglio. E’ successo a Palermo, è successo i primi anni a Parigi, molto positivi. Dopo c’è stata una concorrenza molto alta nel Psg, da top club, grandissima qualità tutta insieme in un’unica squadra, anche sei, sette, otto giocatori per tre ruoli. Poi è cambiato anche il sistema di gioco, tante squadre fanno il 4-3-3 e il numero 10 alla fine non sa se stare nei tre davanti o nei tre dietro. Se sei dietro fai fatica perché chiudi un pochino il tuo centrocampo e se sei davanti cerchi il gol, si creano così situazioni diverse rispetto alle caratteristiche che uno ha. Oggi Pastore arriva con un ruolo da attore principale». e il calcio italiano, in fondo, lo conosce bene. «Non solo perché conosce l’Italia, è sposato con un’italiana, segue l’Italia continuamente, è una lingua che domina in lui. Non arriva da fuori, parla italiano, è cresciuto qui, è maturato fuori e ora torna dopo un allenamento straordinario all’estero»“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna del “Corriere dello Sport”.