Corriere Fiorentino: “Chiesa, dove sei finito? Contro il Palermo verso la maglia da titolare”
“Centosei minuti in totale nelle ultime quattro partite, solo una volta in campo dall’inizio (con l’Empoli) e una domanda che sorge spontanea. Che succede a Federico Chiesa? Che succede al volto sorridente della stagione viola, la vera sorpresa positiva dell’anno, la scommessa vinta (forse l’unica) di Paulo Sousa, nonché possibile bandiera viola del futuro? Una sola risposta a questa domanda non c’è. Anche se tanti indizi spesso fanno una prova. Dietro allo scarso minutaggio del numero 25 ci sono un insieme di fattori, che hanno fatto sì che Chiesa, dopo il rientro con gli impegni azzurri di fine marzo, interrompesse la striscia di otto presenze consecutive da titolare. Un dato, quello della tante gare giocate di fila, che certifica la fiducia da parte dell’allenatore, e che oggi, a maggior ragione, fa sorgere i dubbi sul perchè ultimamente sia stato spesso in panchina. Chiesa in panchina comunque dipende da vari fattori. Tattici (non è sempre facile garantire equilibrio in campo con due esterni offensivi), tecnici (la crescita e l’efficacia gol/assist di Tello) e anche atletici, visto il parziale calo fisiologico di chi appena un anno fa si preparava ai play-off del campionato Primavera. Un altro calcio quello dei giovani, come spesso sottolineano i giocatori stessi alle prese con il grande salto. A questo resta da aggiungere anche un lieve acciacco (problema alla schiena), di quelli che capitano e che passano in pochi giorni, ma che nel caso di Chiesa è arrivato in un momento (convocazione del ct Di Biagio) in cui senza sosta stava giocando sempre e da protagonista. Per questo un calo è comunque prevedibile e fisiologico. Domenica a Palermo, però, potrebbe tornare in campo da titolare, magari proprio al posto di Tello. E qui inizia la questione tattica. Già, perchè il doppio esterno offensivo questa Fiorentina può permetterselo in poche partite. Stesso ruolo, caratteristiche in parte diverse ma comunque più attaccanti che difensori. Uno, Chiesa, copre di più ed è più disponibile al sacrificio, l’altro (Tello) è più pericoloso in zona gol e più abile nel dribbling. L’equilibrio di sicuro non deve mancare mai, soprattutto in un campionato futuro, forse, ma in questa Fiorentina, con grandi e irrisolti problemi difensivi, due ex-attaccanti in versione terzino è un azzardo eccessivo. Almeno all’inizio delle partite. E la forma fisica? Il calo delle prestazioni è legato anche al calo atletico, perché non è un mistero che Chiesa abbia pagato le tante partite giocate in serie, legate, tra l’altro alla convocazione in azzurro. Rispetto ai pari età però, Federico è un’eccezione: a livello di struttura muscolare infatti, Chiesa nemmeno l’anno scorso aveva nulla da invidiare ai colleghi della prima squadra (nelle poche amichevoli con la Primavera è spesso stato il migliore dei suoi). Anche per questo Sousa l’ha scelto senza tanti dubbi. Normale però che oggi paghi qualcosa su questo aspetto. Non tutti alla sua età sono in grado di giocare con la sua stessa intensità 1.249 minuti dall’inizio del 2017 (i dati si fermano alla panchina contro il Bologna del 2 aprile). In tre mesi quasi 14 partite intere, tra coppe, campionato e impegni con l’Italia Under 21. Stanchezza logica dunque. Federico in ogni caso non molla: il suo obiettivo è l’Europa in viola e in azzurro (in estate l’Under giocherà l’Europeo). Chi lo conosce lo vede tranquillo. Il gioiellino viola ovviamente vuole
riprendersi il suo posto, ma niente amarezza o polemica. Nulla di nulla. Anche perchè nel suo percorso di crescita Chiesa spesso è stato costretto a sudarsi ogni singola presenza. «Quando è in panchina diventa un ultras», scherzano i compagni. E infatti al primo gol di Babacar contro l’Inter è stato il primo ad abbracciarlo. Anche così aiuta la sua Fiorentina, prima di farlo nuovamente con corsa, dribbling e gol”. Questo quanto si legge su “Il Corriere Fiorentinao”.