L’edizione odierna del “Corriere di Verona” analizza il momento della squadra gialloblu, evidenziando che la gestione Grosso è la peggiore degli ultimi anni. Ecco quanto riportato: “Anche la storia dice che l’Hellas, così, la Serie A se la scorda. Il campionato di B è arrivato alla boa del suo primo terzo: dodici giornate se ne sono andate e il Verona è settimo con 18 punti, frutto di cinque vittorie (tra cui quella a tavolino col Cosenza), tre pareggi e quattro sconfitte. Nelle ultime annate in cui l’Hellas è stato promosso l’andamento è sempre stato superiore, ed erano, quelli, tornei di più lunga durata, a 20 o a 22 squadre. Con Cesare Prandelli, era il rullo Verona che, arrivato a questa fase del campionato, di punti ne aveva 29. Gioco maestoso, grande verticalità, corsa, talento: una squadra così, da queste parti, non si è più vista. In B, l’Hellas non ha mai tenuto un passo simile, ma anche il Verona di Andrea Mandorlini, nel 2012-2013, marciava a ritmo sostenuto: 25 punti dopo dodici turni, con una sola sconfitta al passivo, maturata all’ultimo secondo, nel derby con il Padova. Quel gruppo non esprimeva il calcio fatato dell’Hellas di Prandelli, ma sapeva farsi valere appoggiandosi alla regia di Jorginho e al fiuto del gol di Daniele Cacia, stoccatore da record e capocannoniere. Era il primo Verona di Maurizio Setti: una corazzata che tagliò il traguardo, superando alcuni patemi, e restituì alla piazza una A che mancava dal 2002. Attenzione: a fare meglio, nelle prime dodici giornate, è stato Fabio Pecchia. Con 27 punti totalizzati, il suo Hellas pareva una macchina impetuosa, con il turbo sempre innestato. I 18 punti di oggi sono una dote ridotta per pensare a certe ambizioni. Resta da capire se Fabio Grosso riuscirà a rovesciare la tendenza. I dirigenti dell’Hellas l’hanno confermato ritenendo che ce la possa fare. Adesso, al solito, la parola, e i verdetti, al campo”.