“Il Chievo nel destino. «Chiuderò qui». La Juventus all’orizzonte e nello specchietto. «Mi bocciarono a 18 anni: paradossalmente, fu la svolta». Higuain nell’archivio. «Mi segnò il suo primo gol col Real Madrid». E un retroscena, inverno scorso, ai tempi in cui Palermo s’allontanava e il ritorno al Chievo, cioè «il mio tarlo perché m’ero lasciato troppo male», diventava idea percorribile: «A gennaio m’aveva contattato l’Hellas, ma non sarei mai potuto andarci». Anni 37, tornato fra i pali della Diga quest’estate (con un triennale) dopo averli protetti dal 2008 al 2013, campano ma torinese d’adozione, Stefano Sorrentino gioca domenica contro la Signora la sua 272esima partita in A e la 175esima col Chievo. Arriva la Juve, Sorrentino, ed è quella Juve che a 18 anni la scartò perché, secondo Madama, lei non aveva futuro…«Mi prospettarono la Saviglianese, in Eccellenza, provincia di Cuneo. Giocavo in Primavera, studiavo da geometra. Sei giovane, ti dicono così e magari ti auto-convinci che sia vero. Pensai di smettere e continuare con gli studi. Poi dall’oggi al domani mi chiamò Gigi Gabetto, capo del vivaio del Torino. La Juventus mi lasciò libero. E col Toro ci avrei esordito in A (16.12.2001, ndr)». La morale di questa storia qual è? «Che a volte una bocciatura può essere una fortuna. Restando alla Juventus, magari, mi sarei perso. Quel no, visto da qui, è stato la svolta della mia carriera». Quella che bussa al Bentegodi è la Juventus di Higuain… «Lui, Ibra, Totti, Del Piero, i campioni vedono ciò che altri non riescono a vedere. Higuain prende palla di spalle, pensi “non può fare nulla”, invece anche di spalle sa dov’è la porta, si gira e te la mette all’incrocio. Da portiere devi cercare di anticiparne le intenzioni. Cosa curiosa: l’anno scorso, in Napoli-Palermo, gli ho ricordato che il primo gol in Spagna l’aveva segnato a me, Real Madrid-Deportivo Huelva, 2-0. Se lo ricordava anche lui». Qui Chievo: domani la Juventus, ieri il Crotone… «Si può perdere, non è bello perdere così (2-0, ndr). Lezione che ci servirà per il futuro. Una domenica negativa, in un anno, ci può stare: è importante cancellarla, ma sapendo che non possiamo più permetterci un atteggiamento del genere. È stata una delle peggiori partite che ricordo da quando sono qui. Ora, con la Juve, servirà la partita perfetta, sperando che loro assomiglino al Chievo di Crotone». Dal trittico sono usciti solo due punti ma in classifica il Chievo ne bolla già 15. «Potevamo fare molto di più a Empoli. Col Bologna siamo stati abbastanza sfortunati: due tiri in porta subiti, il gol di Pulgar su doppia deviazione, alla fine il loro portiere migliore in campo. Non bisogna ripetere prestazioni come quella di Crotone. E al contempo, in giornate tipo quelle contro Empoli e Bologna, bisogna avere un po’ più di “fame” nel cercare il gol e soprattutto la vittoria». Della pace tra lei e il presidente Luca Campedelli, dopo quel divorzio nel gennaio 2013, s’è detto tutto: ci può dire, oggi, quali altre volte è stato vicino a tornare al Chievo? «Nel gennaio 2014, prima che qui arrivasse Michael Agazzi. E nell’estate 2014, quando c’era Corini e poi arrivò Bizzarri. Nel primo caso si mise di traverso il mio allenatore, Iachini. Nel secondo, Chievo e Palermo non trovarono l’accordo»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere di Verona”.