Corriere dell’Umbria: “Domani il Consiglio di Stato: «Altrimenti il calcio finisce, per questo dico Perugia in B»”

L’edizione odierna de “Il Corriere dell’Umbria” si sofferma sul Consiglio di Stato in programma per domani con la sentenza tanto attesa dalla Serie B e in particolar modo da Reggina, Brescia e Perugia.

Domani il Perugia si gioca una fetta importante, importantissima del proprio futuro. Sarà in Lega Pro oppure in Serie B? Dipende da quanto sentenzierà il Consiglio di Stato cui il Grifo ha fatto ricorso con l’intento di ribaltare la decisione del Tar che lo scorso 3 agosto ha riammesso in cadetteria il Lecco. A metà luglio, la società lombarda si era invece vista respingere quello presentato al Collegio di garanzia del Coni, il massimo grado di giustizia sportiva. Fu accolto, il ricorso del Perugia contro la Figc, la Lega Serie B e nei confronti dei lariani in merito proprio alla riammissione dei blucelesti.

Riammissione all’epoca respinta perché la domanda di iscrizione alla B era stata bocciata per aver presentato in ritardo un documento inerente all’impianto in cui giocare la stagione 2023-2024 in attesa che lo stadio di casa, il Rigamonti-Ceppi, venisse messo a norma. Il 24 luglio, il Perugia era stato inserito al secondo posto nella graduatoria per le riammissioni stilata dal Consiglio federale. Il 3 agosto, il ribaltone. In vista del Consiglio di Stato, il club del patron Santopadre ha messo sul tavolo le proprie carte per far valere le proprie ragioni. La partita è aperta. L’esito, impronosticabile come insegna questa estate infarcita di colpi di scena. Anche controversi. Come suggerisce l’avvocato Giancarlo Faraglia che nel corso della carriera da calciatore ha vestito la maglia del Grifo negli anni ‘60, torna in auge, se così si può dire, “una vecchia disputa dottrinaria circa i rapporti, sempre conflittuali, tra giustizia ordinaria e giustizia sportiva“.

Su chi tra le due giurisdizioni dovrebbe prevalere, Faraglia fa luce con la dovuta chiarezza. “La giurisdizione dello Stato meno c’entra con quella dello sport e meglio è. L’ordinamento sportivo è rapido, immediato. Non si può essere sottoposti ai tempi della giurisdizione dello Stato che è molto più lunga. Nel conflitto di giurisdizione dovrà sempre prevalere quello dell’ordinamento sportivo. Perché per sopravvivere ha delle esigenze particolari. Nell’ordinamento sportivo ci sono addirittura delle norme incostituzionali, particolari ma che rappresentano l’essenza del diritto sportivo. Se prevale quello dello Stato, gradualmente lo sport finisce. E’ un rischio che non si può correre”.

OTTIMISMO A fronte di quanto evidenziato, l’avvocato prova a prefigurare quanto accadrà domani. “Aspetto con ansia il verdetto del Consiglio di Stato. Sono molto ottimista in merito alla posizione del Perugia, anche se nell’ultima stagione ammetto che ci ha fatto soffrire parecchio. Il Lecco non ha depositato nei tempi previsti dalle regole federali la disponibilità di uno stadio idoneo, secondo me non ha chances. Al netto di quanto ha deciso il Tar, dovrebbe prevalere la legge sportiva su quella ordinaria. La vedo molto dura anche per la Reggina (i cui ricorsi di riammissione in B fino ad ora sono stati sempre bocciati, ndr). Credo che la sentenza del Consiglio di Stato possa essere in linea con quanto aveva sentenziato il Collegio di garanzia del Coni”.