Corriere dello Sport: “Zamparini: «Palermo, ti mancherò. Chiarire con i tifosi? Non ho nulla da chiarire, non sono capaci di dire “Grazie!”»”
“Le emozioni sono contenute. Tutto il contrario del personaggio esplosivo sempre in prima fila, protagonista nei successi e nelle delusioni, battuta pronta e “vaffa” che si sprecano. E’ l’addio. Zamparini consegna il Palermo agli americani e passa alla storia. Anzi si auto consegna, dimettendosi, con la notizia che tutti si aspettavano ma che fa clamore. Dopo quindici anni. «Ero stufo, molto stufo, mia moglie e la mia famiglia più di me. Da tempo mi lamento di avere una certa età e devo pensare al futuro del calcio in una città che ho imparato ad amare. Al Palermo voglio bene e lo sto dimostrando con questa operazione. Forse è Palermo che non mi vuole più. Abbiamo vissuto pagine straordinarie ed intense e ancora una volta mi sono messo a disposizione per trovare investitori con un programma ambizioso. Davanti non c’è il nulla, ma amici che hanno chiesto il mio aiuto per raggiungere certi risultati. Gli americani fanno business, non regalano come regaliamo noi e puntano in alto, ai modelli inglesi». La lacrima non spunta. Non sarebbe da Zamparini. «Non mi sono commosso nemmeno quando sono uscito dal Venezia e non sono turbato adesso. Anzi, sono contento perché lascio il Palermo in buone mani e sarò coinvolto per un contributo nella gestione sportiva. Certo, mi dispiace, ma faccio l’imprenditore, è la mia vita. E poi questo calcio mi ha deluso, non è più quello di sette o otto giornali che se ne occupavano, oggi è materia di insulti, di blog, di porcherie. Non lo sopporto. Non sopporto più questo mondo, troppa esasperazione non solo nel calcio ma anche in altre parti, modelli senza valori morali. Ed è brutto. Non mi va di farmi insultare ogni domenica, non è giusto, soprattutto alla mia età, e non intendo sopportarlo. Palermo l’ha permesso e non doveva. La responsabilità di questa mia decisione è anche della città». UN’ERA SI CHIUDE. Ma per sapere chi sono i componenti della cordata bisognerà aspettare. «Ci sono procedure da rispettare, i nomi restano top secret, i dettagli li svelerò nella conferenza stampa. In fondo mi sto divertendo, non sarò il presidente onorario, resterò in società per aiutare i proprietari del fondo. E’ gente esperta in finanza, meno nel calcio, sarò il loro consulente di riferimento». Il giorno è quello da segnare nella leggenda rosanero anche se il passaggio di consegne, è solo virtuale. Da uno che ha cacciato mezzo mondo, c’era da attendersi che si “autoesonerasse”. E così è stato. Il Palermo non è più suo. Per scelta e per necessità. Già necessità. Una persona che non litiga mai con se stessa, costretta a soccombere anche nella scelta del giorno in cui postare il comunicato ufficiale. «Per scaramanzia -avrebbe detto Zamparini- voglio pubblicarlo il primo marzo». Forse l’uno, numero preferito. UNA LIBERAZIONE. Il fondo americano potrà liberarlo da impegni insostenibili e di pari passo investire su alcuni rami delle sue aziende. E sul Palermo. Zamparini resterà almeno fino a giugno. Chiamiamola la fine del ciclo. Di fatto, ieri Zamparini ha consegnato la società in altre mani. Annuncio che passa ai posteri per la sua importanza, nel giorno, ironia della sorte, rosa e nero, del 110 anniversario dei colori sociali. L’ex patron dunque sarà a Palermo entro quindici giorni con il nuovo presidente, per rispondere alle domande sul futuro della società, per svelare l’identità dei proprietari e il progetto sportivo. Ma forse già lunedì prossimo potrebbe esserci la presentazione della nuova proprietà, pronta, si dice, a un impegno da duecento milioni. Chiarimento anche con i tifosi? «Non ho niente da chiarire, è Palermo caso mai che deve farlo con me. Da Palermo non mi aspetto “grazie” perché la città non è capace di dirlo. Mi faranno ponti d’oro quando andrò via e si renderanno conto che se non avessi trovato queste persone, il Palermo sarebbe scomparso…». COLPA DI LOPEZ. Non sarebbe Zamparini se uscisse di scena senza polemiche e rumori di catena. Il presidente non risparmia nessuno quando esamina l’ultima delusione contro la Samp. Il suo braccio di ferro continua. «E’ stata la migliore prestazione e sono contento di Balogh e Sallai, destinati a fare la differenza. Ho ricevuto di contro alcune riserve su Sallai e allora ho perso la testa: Non capite un … accidente di calcio». Zamparini ne ha anche per Lopez: «Sa perché abbiamo pareggiato? L’allenatore ha commesso un grave errore. Stavamo dominando e ha operato due cambi che hanno fatto saltare i meccanismi. Una fesseria pazzesca non per il valore di Diamanti ed Embalo, ma perché a quel punto non si doveva toccare niente. Mi sono arrabbiato. La scusa è stata quella dei crampi … Gli voglio bene, è bravo, ma non doveva smuovere gli equilibri. Non dite poi che sono io a fare la formazione … Lopez la scorsa settimana ha parlato con tifosi che volevano Gazzi e Diamanti. Decidono loro chi deve giocare?». E Trajkovski? «La dimostrazione che è Lopez a scegliere. Hanno rimproverato il tecnico di mettere in squadra Balogh e Sallai: “Guarda, li fa giocare perché sono del procuratore Curkovic amico di Zamparini …”. Questa è cattiveria che non accetto. Trajakovski fu il primo ad arrivare con lui. E Lopez ha fatto bene a mandarlo in tribuna. Traijkovski deve tornare a comportarsi da giocatore»”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.