Corriere dello Sport, Zamparini integrale: «Mi fido di De Zerbi, ha già dato la sua impronta al Palermo»

Un giorno per ritrovare il Palermo, per accarezzarne il risveglio e un punto che può sembrare una goccia d’acqua nel deserto e che invece per lui rappresenta il primo passo di una storia positiva. Zamparini è arrivato a Coccaglio non certo a sorpresa e ha dormito nell’albergo del ritiro. La sua presenza fa sempre notizia. A Palermo, in questa stagione, è arrivato in segreto per poche ore, toccata e fuga. Ora ritrova la sua scommessa, De Zerbi, e una squadra sulla quale punta malgrado tutto. Agli attacchi dei tifosi palermitani risponde con le sue certezze. Seduto nei gradini dell’impianto si coccola i suoi e le sue idee. Che impressione ha avuto? «Ho visto De Zerbi in campo e mi è piaciuta la sua filosofia; un ambiente sereno, concretezza, giocatori felici di impegnarsi, convinti del nuovo percorso. Ci vorrà un po’ di tempo per mettere a punto il gioco. Conta il risultato. Lavoriamo per un progetto». Quale? «Sono soddisfatto, De Zerbi ha cominciato da poco e ha già dato un’impronta da portare avanti fino a memorizzare ogni movimento. L’avvio è promettente, anche se ancora manca la qualità fisica per questo tipo di strategia. Una manovra che con la giusta velocità diventerà letale… per gli altri». Un altro pareggio: c’è chi vede il bicchiere mezzo vuoto! «Non sono d’accordo. A volte siamo nemici della felicità. Per la prima volta, dopo quattro o cinque anni, il Palermo tenta di giocare a calcio. E’ stato un crescendo. Buono il secondo tempo. Abbiamo avuto il 72% di possesso palla e questo dato evidenzia che c’è qualcosa da aggiustare e da acquisire sul piano della sicurezza. Certo, abbiamo problemi in difesa e per quanto riguarda l’impianto offensivo elementi ancora convalescenti come Quaison e Trajkovski». Il primo gol di Nestorovski… «Mi ha fatto felice perché tutti pensavano che ne avrebbe realizzato uno o due nell’intero campionato. Invece ha fatto vedere di che pasta è: la prodezza del pareggio, cinque conclusioni. Un attaccante che se gli dai dieci assist in area li trasforma in altrettanti tiri. Migliorerà nel dialogo, è un generoso, può diventare un punto di riferimento come Perisic che contro la Juve ha vinto da solo e quando è arrivato in Italia dicevano che non valeva niente. Nestoroviski ha colpi da autentico attaccante. De Zerbi riparte da lui». Intanto Macheda e altri si propongono… «De Zerbi è felicissimo dei giocatori che ha e li ritiene di ottimo livello. Crede tantissimo in Nestoroviski, ci dispiace soltanto che… qualcuno abbia dato via La Gumina, e non so perché, che a Terni non viene impiegato, che sarebbe stato utilissimo e che comunque il prossimo anno rientrerà. A gennaio faremo qualcosa. Ma oggi andare a prendere i giocatori scartati dagli altri non avrebbe senso». Diamanti, capitano, cuore e condizione da trovare. «Non sarà al cento per cento ma ha fatto il suo. Il discorso vale per tutti: pazienza! Se ce l’ho io che non ne ho mai avuta… Saremo a posto per gennaio. Nel frattempo bisogna conquistare i punti necessari per tenerci a galla e per migliorare sul piano del rendimento». Domani Gasperini. Non vi siete lasciati bene. «Non ne voglio assolutamente parlare, no comment». A Bergamo per un altro passo in avanti. «Per tentare di vincere, come a Pescara contro il Crotone. E’ la nostra mentalità». La difesa ha sbagliato in occasione del gol. E Posavec? «La verità è che siamo stati anche sfortunati. Basta vedere i gol presi con Crotone e Sassuolo. Ma Posavec che c’entra? Quando ha visto l’attaccante puntare a rete è uscito e nel frattempo Rajkovic, che non l’aveva visto, gli è franato addosso. Il gol nasce da un errore difensivo, Rajkovic e Gonzalez hanno lasciato troppo spazio. Gonzalez deve recuperare l’entusiasmo di quando è arrivato a Palermo». De Zerbi ha cambiato in corsa disposizione tattica. «E’ stato bravissimo a mettere Gazzi in mezzo ai due difensori perché ha capito che la nostra forza risiede negli esterni, Rispoli e Aleesami, straordinari a spingere. Quando i meccanismi andranno a posto, vedrete che il Palermo segnerà molti gol. E’ l’idea di De Zerbi che prevede gli inserimenti di Hiljemark e degli altri centrocampisti. Bruno Enrique? Tecnica sopraffina, quello che ci mancava in mezzo al campo». Sallai non decolla. «E’ giovane, va coltivato come abbiamo fatto con Dybala. Ha qualità, piano piano diventerà titolare. Come Balogh. Ma senza fretta. Lo stesso discorso vale per gli altri. Embalo tecnicamente è la metà di Sallai ma come forza fisica ne vale il triplo». Cosa ha detto a De Zerbi? E ai ragazzi? «Non hanno bisogno di parole. Sono convinti di essere sulla strada giusta. Quando una squadra fa quello che l’allenatore predica e lo segue come a Pescara, significa che ci crede ciecamente». Atalanta altra sfida verità, poi la Juve, una di quelle partite in teoria segnate. «Speravo di affrontarla tra un mese, invece arriva subito. Segnata no. Ce la giocheremo, non sarà la stessa prestazione offerta contro il Napoli, senza un tiro in porta. Cercheremo di vestirci da Inter». La Juve non sembrava la stessa senza Higuain, con Pjanic… «Allegri è un grande allenatore, altrimenti non sarebbe alla Juve. A volte però si inventano mosse e si perde. Allora uno da dio della panchina diventa un brocco. Le partite si vincono in dodici, giocatori e allenatore insieme. Penso che Allegri ogni tanto voglia vincere lui le partite». Vuol dire che quando gli allenatori si vestono da fenomeni…? «… Bravo se decidono di inventare combinano disastri. E noi abbiamo avuto molti di questi esempi e sa perché? Perché la maggior parte non sono all’altezza. Non De Zerbi ancora giovane e genuino. Magari più avanti, chissà, farà come altri. Faccia a faccia con lui? No. Ho solo guardato gli allenamenti. De Zerbi si sa gestire da solo». Dopo Bergamo, un nuovo ritorno di Dybala. «Speriamo che Allegri lo faccia riposare (risata, ndr). Per loro sarà un periodo complicato: impegno infrasettimanale, sabato da noi, poi la Champions. E’ una questione di turn over, Dybala ha bisogno di respirare (altra risata, ndr)… Se Allegri ha messo in panchina Higuain, ora tocca a lui»“. Questo quanto riportato nell’edizione odierna del “Corriere dello Sport.