“Per una volta scavalchiamo le domande sul futuro. Zamparini, i cinesi, la cordata americana e altro. Di questo tratteremo con la cronaca dei prossimi mesi in cui s’intravedono scenari di cambiamento. Proviamo invece ad occuparci del presente. Qual è lo stato effettivo del rapporto che intercorre oggi fra la proprietà rosanero e la città che la squadra rappresenta? I dati e soprattutto il comune sentire dei tifosi sono preoccupanti. Il Palermo è sempre amatissimo in ogni vicolo e ogni strada ma è venuta meno la fiducia nei mezzi della società. C’è un senso di distacco che è fortemente avvertito dalla gente ma che serpeggia anche nelle istituzioni che si devono comunque rapportare all’azienda calcistica che porta il nome diPalermo. Il disamore si è scatenato negli anni, in particolare dopo la finale di Coppa Italia del 2011 che sembrava invece suggerire una crescita a livelli ancora più alti del club e va acuendosi giorno dopo giorno, certamente causato dai comportamenti del presidente ma anche dal modo con cui oggi è vissuto il calcio, divenuto sempre più un prodotto televisivo-virtuale con poca attenzione a sentimenti della gente. FINE DI UN CICLO Zamparini è al comando rosanero da 14 anni. E non ha più i mezzi economici ed emotivi per poter progettare a lunga gittata. La città che lo ha amato per quanto aveva saputo regalargli adesso non gli crede più. Lasciamo perdere i teppisti che hanno squalificato il campo e la città in Palermo-Lazio, purtroppo la maggior parte degli appassionati la pensa così. Siamo alla fine davvero di un ciclo comunque lo si veda favoloso o si può ancora recuperare un rapporto di fiducia? Non c’è dubbio che in una dalle passioni forti come Palermo non si può prescindere da un legame con la propria gente. Per carattere Zamparini non ha mai cercato questo tipo di consensi ed anzi a volte le sue decisioni sono sembrate appositamente in contrasto con i desideri dei tifosi: gli addii di Corini, Delio Rossi, più recentemente Iachini o Sorrentino ne sono lampanti esempi. E del resto uno dei motivi dello scarso feeling è che Zamparini non è tifoso “originale” della squadra e fa fatica a capire i ragionamenti del popolo che la segue. CARENZA DI ALTERNATIVE. Ma se i difetti del patron sono noti, la città si deve porre anche un’altra domanda. Quai alternative ha provato a costruire in questi anni in cui le crepe del rapporto si cominciavano a vedere? Il progetto, magari piccolo, dell’azionariato popolare, è almeno un segnale, un tentativo di darsi una scossa. In realtà molti tifosi in questi anni si sono convinti che la gestione di Zamparini, geniale in certi momenti. schizoide in altri, era l’unica possibile per tenere nell’elite del calcio una città che in ogni altro campo sportivo dove necessita una managerialità non riesce ad ottenere risultati. I DUBBI Oggi dunque la domanda è, Zamparini può almeno uscire di scena con stile invece che fra insulti e critiche? L’impressione è che lui punti proprio a questo. Sa che questo o il prossimo sarà il suo ultimo campionato a Palermo. Tenterà di andare via lasciando un buon ricordo e un gruppo che possa portare la squadra a livelli ancora più alti […]”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.