“Il problema minore è proprio quello relativo alla squadra perché molti calciatori sono legati al Palermo anche per le prossime stagioni; un paradosso, visto che per la stragrande maggioranza di loro, l’esperienza rosanero si può considerare finita. Dopo un simile campionato non li vorrebbe più la piazza né loro stessi sembrano convinti di restare. Solo Andelkovic e Vitiello vanno in scadenza a giugno, altri come Sunjic e Sallai sono in prestito con un diritto di riscatto da esercitare. Ma le valutazioni sulla rosa saranno fatte in un secondo tempo. La vera questione è che ancora nessuno sa chi comanda davvero. Baccaglini ha fatto capire di avere le mani legate finché gli investitori che rappresenta non completano l’immissione di capitali. Da presidente nominato, gli unici discorsi che ha fatto alla squadra riguardavano la fine della corrente stagione, più vaghi accenni di futuro. Zamparini resta il proprietario fino all’ufficializzazione del closing e ad oggi tutta la struttura interna della società è quella portata da lui. Nessuno può prendere un’iniziativa che abbia dei connotati certi, come bloccare un direttore sportivo o un allenatore, trattare un calciatore o un rinnovo di contratto. Ed è ormai chiaro che i due in materia hanno idee diverse su come agire. Insomma fare in fretta non significa soltanto tranquillizzare tifosi che temono per il futuro della società ma anche non disperdere quanto già esiste e pianificare per tempo la necessaria rifondazione.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.