Corriere dello Sport: “Zamparini: Altro che gioie… il mercato piange. Dai talenti alla Dybala si è passati adesso ai tanti flop slavi: da qui la crisi del Palermo”

Dai talenti argentini ai flop slavi, la crisi del Palermo di Zamparini si legge quasi tutta in questa carenza di qualità spietatamente evidenziata dalle ultime stagioni. Il presidente che ha scelto di non investire più (ultimo colpo Dybala, nel 2012 pagato 12 milioni fra cartellino e le contestatissime commissioni), ha cambiato rotta geografica spostandosi dove le “scommesse” costavano nulla o quasi: nell’Est europeo dove ha trovato consiglieri pronti ad indicargli futuri campioncini, da valorizzare per poi magari rivenderli con ricche plusvalenze. Ma il campo sta smentendo da oltre un anno le previsioni di Zamparini, i cui pupilli inanellano una prestazione negativa dietro l’altra e condizionano l’allenatore di turno che si sente consigliare, se non imporre, la loro presenza in formazione. oltre i singoli. Oggi Zamparini è perplesso sull’acquisto di un nuovo attaccante (che il ds Faggiano sta cercando disperatamente) sostenendo di avere già 8 elementi nel reparto. Ma tutti giovani o giovanissimi, senza esperienza specifica, con caratteristiche quasi unicamente da punte laterali. Se le statistiche hanno un valore, nessuno di questi elementi ha nel suo pedigree una accertata capacità di far gol come serve al Palermo: le 25 reti di Nestorovski nella scorsa stagione in Croazia nascono in contesti totalmente diversi dalla nostra serie A. Al macedone come a Balogh bisogna comunque dare il tempo di adattarsi, ma in questo momento ai rosa servono certezze immediate. Zamparini fa continui riferimenti ai giovani del suo passato, dimenticando però che i Cavani e i Pastore si inserirono in gruppi già formati e ne diventarono solo dopo le punte di diamante. Prima dovrebbe venire la costruzione di una squadra equilibrata con giocatori di qualità nei ruoli chiave: il lancio di un giovane interessante ne diventerebbe una conseguenza (fu così con Dybala dopo il ritorno in A). Inoltre, ci sono forti dubbi sul valore intrinseco dei giocatori scelti dal Palermo in questi anni: la scuola sudamericana garantiva talento allo stato puro, oggi i giocatori pescati all’Est, ritenuta una nuova frontiera, hanno mostrato sul campo una ben diversa capacità. Non fa neppure bene loro il fatto che Zamparini li presenti in pompa magna, accostandoli ora a Inzaghi (Nestorovski) ora a Cavani (Balogh), o come nel caso di Djurdjevic l’anno scorso, sostenendo che era molto più forte di Belotti, assurdamente lasciato andar via dalla società. Va detto però che ci sono anche elementi che sono piaciuti subito in questo avvio di stagione come il portiere Posavec e il fantasista ungherese Sallai. Cambio di modulo. Anche sul piano aziendale, al presidente non sfuggirà che questa politica ha peggiorato le cose. Il “prodotto” squadra si depaupera e allo stesso modo fanno i singoli che sia pur comprati a prezzi stracciati, finiscono per non portare nessun beneficio neppure alle casse. Per rendere il Palermo competitivo almeno per la salvezza in fondo non basterebbe molto: una prima base si è vista in queste prime gare della stagione. Un ritocco importante sarà già Bruno Henrique, regista del Corinthians in arrivo entro la fine della settimana che probabilmente porterà Ballardini a ripensare il modulo (un 3-4-1- 2?). Poi ci vuole il bomber, il finalizzatore, l’uomo che inventa il gol. E trovare l’elemento giusto non sarà comunque facile“. Questo quanto si legge sull’edizione odierna del “Corriere dello Sport”.