L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla vicenda riguardante Morganti e il processo.
Comincia questo pomeriggio davanti alla Disciplinare dell’AIA, presieduta da Carboni, il processo che riguarda l’ex designatore della B, Emidio Morganti, e i suoi due vice dell’epoca, Brighi e Di Fiore, tutti (o forse non proprio tutti) collegati con l’aula di via Campania. L’accusa: aver truccato i voti alla fine della stagione 2019-2020 per favorire l’arbitro Abbattista. Il procuratore dell’Assoarbitri, Rosario D’Onofrio, chiederà pene diversificate per i protagonisti.
La vicenda, come noto, ha preso il via da una denuncia alla Procura della Repubblica di due arbitri, Minelli e Baroni, dismessi alla fine di quella stagione (e dopo un anno e un ricorso al Coni perso, reintegrati dall’AIA non si sa ancora sulla base di quale criterio giuridico). Arbitri ai quali proprio Di Fiore confessò (per chi si difende tardivamente) che il suo voto per il collega Abbattista era stato cambiato da 8,60 (alto ma non il massimo) a 8.70. Questo per evitare il suo avvicendamento.
Una vicenda nella quale era entrato anche il vecchio Comitato Nazionale dell’AIA, guidato da Nicchi ma nel quale erano presenti anche due degli attuali componenti, traghettati nella governan-ce di Trentalange, ovvero Zaroli e Archinà, la cui posizione però è stata già giudicata e stralciata dalla Procura federale. Il processo però potrebbe subire subito un rinvio (se non peggio). Sembra infatti che Morganti&c – oltre ad una serie di eccezioni preliminari – abbiano chiesto l’audizione di alcuni testi, fra i quali proprio Abbattista e l’ex designatore di A, Rizzoli, ora a capo degli arbitri dell’Ucraina e consulente tecnico della Concacaf. Se Carboni li accetterà, il processo sarà aggiornato a nuova data. FOGGIA. L’8 febbraio l’appello per il caso-Foggia, con la sezione “decapitata” in primo grado