L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla voglia di stadi del popolo italiano, dopo l’apertura al 100% in occasione di Italia-Macedonia al “Barbera” vanno a ruba i biglietti in tutta Italia.
Il calcio sembra aver voltato pagina. Anziché discutere di curve (epidemiologiche) che si alzano e si abbassano, si torna a parlare di curve (degli stadi) che si riempiono per il finale di campionato. Spiragli di normalità in un pallone comunque malato, che ha trovato nella Serie A uno sfogo naturale per lenire le ferite azzurre post eliminazione Mondiale. La cancellazione delle limitazioni – con l’ultimo decisivo passaggio garantito dalla fine dello stato d’emergenza, che dal 1 aprile ha fatto salire la capienza degli impianti dal 75% al 100% – ha generato una ventata di fiducia già nella 31ª giornata, conclusa lunedì sera con i 68.136 spettatori di Milan-Bologna, record italiano della stagione in corso per un incasso pari a 1,2 milioni di euro.
NUMERI. Dagli 8 mila tifosi di La Spezia (in uno stadio che ne può contenere circa 11 mila) ai 40 mila dell’Allianz Stadium (tutto esaurito per il derby d’Italia), passando per i 23 mila di Firenze, i 18 mila di Bergamo e i 17 mila di Genova: è stato un weekend di grandi numeri, da nord al centro-sud. Otto società su 10 hanno superato la propria media stagionale, con le sole Lazio (15 mila contro il Sassuolo) e Salernitana (8.700 contro il Torino) al di sotto degli standard abituali anche a causa dei momenti poco esaltanti delle due formazioni (il derby perso da una parte, l’ultimo posto dall’altra). Tanti altri club si preparano ai “pienoni” nei prossimi turni, con l’obiettivo comune di far respirare le casse societarie dopo due anni di tira e molla con il governo e con il Cts sugli ingressi consentiti negli eventi sportivi.
LA PROSSIMA. Il piatto forte della 32ª giornata sarà Napoli-Fiorentina, con 45 mila persone certe di un posto al Maradona e i biglietti delle curve andati esauriti in poche ore; De Laurentiis punta a superare abbondantemente quota 50 mila, di arrivare cioè al sold-out totale. A questa soglia ci è già arrivata la Roma, che non smette di riempire l’Olimpico: domani sera 60 mila romanisti assisteranno ai quarti di finale di Conference League contro il Bodo Glimt, mentre altri 55 mila sono previsti domenica per la sfida alla Salernitana. Il club giallorosso continua a essere in vetta nella classifica dei sold out (10 in stagione) e delle percentuali di riempimento dell’impianto: oltre il 90%. Effetto Mourinho, ma non solo. È anche un premio alla lungimiranza di alcune scelte di marketing e di fidelizzazione del tifosi: la Roma è tra le poche società ad aver lanciato la campagna abbonamenti nonostante le restrizioni governative non garantissero la certezza del 100%. E in ogni gara in casa, Pellegrini e compagni partono da uno zoccolo duro di 21 mila persone sugli spalti.
100%. Ritrovatasi sul campo grazie alla vittoria in casa della Juve, l’Inter di Simone Inzaghi ritroverà anche l’entusiasmo della propria gente a San Siro. Saranno più di 50 mila per Inter-Verona di sabato pomeriggio. A questi ritmi, tra l’altro, si concluderà presto anche la vendita libera per la semifinale di Coppa Italia del 19 aprile contro il Milan. La partita d’andata fu la seconda più vista in tv di tutta la stagione calcistica (6 milioni di spettatori e il 23,9% di share su Canale 5) dopo la Supercoppa Italiana vinta dai nerazzurri all’ultimo respiro con gol di Sanchez; quella di ritorno sarà sicuramente la più vista allo stadio con oltre 70 mila anime in presenza. Un 100% vero e assolutamente autentico, come nell’epoca pre-Covid. È primavera e sboccia un fiore: si chiama voglia di calcio, di cori e di abbracci. Dal vivo, sempre con la mascherina, ma senza schermi.