L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara che l’Italia giocherà contro l’Inghilterra.
Difficile che stavolta ceda al suo carattere, come accaduto più o meno un anno fa, quando, alla vigilia di Italia-Spagna, semifinale della Final Four di Nations league (6 ottobre), si lasciò sfuggire candidamente: «Mi dispiacerebbe se San Siro mi fischiasse. Io del resto al Milan ho dato tutto». Il Meazza, allora affollato, però non perdonò nulla a Gigio Donnarumma, già giovane bandiera rossonera, da poco trasferitosi al Psg delle stelle multimilionarie, grazie a una delle ultime super operazioni firmate da Mino Raiola. Serata amarissima già nel riscaldamento, resa dolorosa dalla contestazione in partita e dalla sconfitta rimediata con gli spagnoli.
PIù BASSI CHE ALTI. A distanza di dodici mesi il nostro numero uno torna in uno stadio milanese pieno a metà e ancora incerto su come accoglierlo stavolta e in una condizione personale sospesa, anche se di cose ne sono accadute nel mentre. Se sul piano dei risultati la sua bacheca si è arricchita di un campionato di Francia e della Supercoppa vinta lo scorso luglio contro il Nantes, c’è da dire che la stagione scorsa è stata costellata soprattutto di momenti sportivamente drammatici: lo 0-1 con la Macedonia del Nord a Palermo costato all’Italia la qualificazione mondiale seguiva di due settimane la remuntada del Real al Bernabeu in Champions, caratterizzata da un suo decisivo errore (ingigantito dalla critica transalpina, indifferente davanti a un mezzo fallo dell’attaccante madridista) su Benzema. Il tutto dentro un dualismo aperto con Keylor Navas, da lui inatteso e foriero di poca serenità. A giugno poi c’era stata la coda azzurra, con la Finalissima persa seccamente con l’Argentina e le prime quattro partite di Nations League, chiuse col tonfo in Germania (5-2), vissuto con la fascia al braccio, al quale era seguito uno sfogo televisivo per via del quinto gol nato da un suo rinvio impreciso, pur dopo una serie di parate importanti col risultato ancora aperto. «Un altro mio errore dite? Se vogliamo fare polemica, mi prendo le colpe, da capitano e vado avanti a testa alta».