Corriere dello Sport: “Vazquez, ultimo tango argentino. Non ci sono più sudamericani con l’addio dell’attaccante. Lo Faso…”
“Con la partenza del Mudo finisce, almeno momentaneamente, l’epoca d’oro degli argentini a Palermo. Anche se di passaporto italiano, Vazquez era nato e cresciuto calcisticamente in quella terra, da là (Belgrano) Zamparini l’aveva preso, quelle erano le sue tradizioni, visibili nel tipo di calcio proposto sul campo. Ad oggi, non c’è neppure un sudamericano nella rosa di Ballardini, il solo costaricano Giancarlo Gonzalez viene dall’America Centrale. Ed è possibile che anche lui lasci i rosanero nei prossimi giorni. Da Vernazza a Dybala. Il legame Palermo-Argentina è stato sempre fortissimo già negli anni ruggenti: i nomi che hanno fatto leggenda nella storia rosanero provengono da Buenos Aires e dintorni. Vernazza e Martegani, e poi in tempi recenti giovani talenti oggi affermati campioni. Furono argentini i primi rinforzi che il presidente volle per la serie A nel 2004 (Farias e Mariano Gonzalez), della stessa nazionalità i talenti venduti a suon di milioni (Pastore e Dybala), argentino lo straniero che nell’era Zamparini ha raggiunto il maggior numero di presenze (Munoz). Col calcio che si trasforma e meno soldi da investire (perché i talenti sudamericani, anche giovani, costano portandosi dietro tesseramenti complicati e intricate storie di procuratori), il Palermo delle ultime annate ha cambiato rotta, diventando più europeo con particolare riferimento ai Balcani. Il trend sudamericano dunque sembra chiuso, ma vedremo adesso se Foschi e Corti rinverdiranno la tradizione portando qualche giovane proveniente da quelle latitudini. L’eredità di Vazquez. Il calcio espresso da Vazquez, e prima ancora da Pastore e Dybala, però non è rimasto lettera morta a Palermo. L’eleganza nel tocco, quel portarsi la palla con la suola, la ricerca del numero, hanno inevitabilmente finito per indirizzare una generazione di calciatori o almeno di fantasisti. Così un piccolo “clone” del Mudo è già facilmente riconoscibile nell’attuale gruppo che lavora a Bad. E’ Simone Lo Faso, classe ’98, uno dei protagonisti della Primavera di Bosi nell’ultima stagione. Lo vedi in campo e non puoi non accorgerti della somiglianza, fisica e di movimento, con Vazquez. Dribbling, “rulete”, giocate raffinate, perfino quel pizzico di narcisismo che a Vazquez è stato spesso rimproverato. Ovviamente, proporre oggi un paragone è insensato. Vazquez ha giocato in nazionale e sta approdando in Champions League, Lo Faso è stato per la prima inserito nel gruppo di prima squadra. Tutti gli osservatori giurano sui suoi mezzi tanto che il Palermo gli ha allungato il contratto fino al 2021 ma Simone sa che c’è ancora tanta gavetta da fare. Ma è già un segnale importante di continuità che nei ragazzi provenienti dal settore giovanile ci sia l’impronta lasciata dai big ammirati in prima squadra. Con Lo Faso, del resto, nella truppa ci sono anche La Gumina, Toscano, Giuliano, lo stesso Pezzella. Chissà che finita l’era dei gauchos non cominci, o ritorni, quella dei “picciotti” costruiti in casa“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.