“La centesima partita in Serie A del Sassuolo si è trasformata in un altro mancato successo. Stavolta è sfuggito per poco, perché ha creato molto più del Palermo (23 tiri a 7) soprattutto quando si è ritrovato con un uomo in più per l’espulsione di Lazaar al 30′ del secondo tempo. Ma certo che ora le partite senza vittoria sono tante (sei, con questa) per una squadra che non ha solo ambizioni di salvezza. Di Francesco ci ha provato in tanti modi e con quasi tutti gli attaccanti a disposizione (alla fine è rimasto in panchina soltanto Trotta), col doppio centravanti (Defrel-Falcinelli) e col 4-2- 4 (Berardi e Sansone esterni), ma Sorrentino ha risposto bene e con lui Gonzalez. UNO SU TUTTI. Ieri la differenza fra Sassuolo e Palermo si poteva racchiudere nei due giocatori più forti sui due fronti, Berardi e Vazquez. Il primo non si è mai sottratto alla partita, ma gli è mancato il colpo decisivo, lo spunto che fino a poco tempo fa lo differenziava dal resto della squadra. Finora ha segnato 4 gol, l’anno scorso, alla ventiquattresima giornata, era già a quota 7. Vazquez, invece, ha fatto risaltare tutta la sua tecnica. Il gol, l’assist e in ogni giocata c’era almeno un grammo d’oro, mai niente di scontato, mai niente di banale, come qualità anche ieri è stato molto oltre il livello della sua squadra: nel Palermo nove giocatori correvano e lottavano e uno giocava a calcio nel vero senso del termine. IL GIOCO. Il Sassuolo è partito meglio, guidato da Magnanelli e spinto da Missiroli al rientro dopo un lungo infortunio. Attaccava con frequenza sugli esterni, come fa sempre, con Vrsaljko e Peluso in sovrapposizione a Berardi e Defrel. Il Palermo faticava a uscire palla al piede per l’imprecisione del suo regista Brugman. Sia lui che Magnanelli, tenendo una posizione molto arretrata, avevano spazio sufficiente per giocare, ma l’emiliano (che sbaglierà nella fase difensiva) trovava sempre i suoi riferimenti, il palermitano quasi mai. I GOL. Se una squadra ha però la possibilità di pescare nel pozzo della buona tecnica, il gol può arrivare anche con una sola occasione. E’ andata così al Palermo che ha segnato su un’azione iniziata da Vazquez, rifinita da Trajkovski e conclusa con un sinistro dello stesso Vazquez che Magnanelli si era fatto sfilare davanti. Quel gol ha dato coraggio al Palermo che ha preso a giocare guadagnando un po’ di campo. Il Sassuolo si è ricomposto ed ha pareggiato a un secondo dal 45′, sfruttando un’entrata sbagliata di Goldaniga (in scivolata al limite dell’area…), il tocco di Falcinelli ha raggiunto Defrel che ha siglato l’uno a uno. LE DIFFERENZE. Il Palermo aveva delle difficoltà a costruire la manovra anche per il lavoro di controllo di Missiroli e Pellegrini sui due interni siciliani e solo quando l’azione passava dai piedi di Vazquez veniva raffinata. La squadra di Di Francesco ha sfruttato questo lungo momento positivo segnando con un colpo di testa di Missiroli su sponda, sempre di testa, di Antei dal secondo palo, ma la responsabilità della difesa siciliana era pesante: il gol nasceva da uno schema su calcio di punizione laterale (parte destra), lo stesso identico schema che aveva portato il Sassuolo a segnare nel primo tempo sempre con Missiroli su colpo di testa di Acerbi, pizzicato però in fuorigioco. Ci vuole più attenzione, mancata però anche ad Antei sul colpo di testa di Djurdjevic per il 2-2 dopo un cross corto di Vazquez. FINALE EMILIANO. L’espulsione di Lazaar ha spinto il Sassuolo nel centrocampo del Palermo che in 10 si è schierato col 4-3-2, con Vazquez e Quaison in attacco. A sinistra Peluso ha preso a sfondare e a rovesciare in area un cross dietro l’altro, ma è stato il momento di Sorrentino che sulla maglietta porta scritto “Occhi di tigre”. Ieri, oltre agli occhi, anche il balzo era quello di una tigre. Chiedere a Falcinelli”. Questa è l’analisi condotta dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” in merito al match di ieri pareggiato dal Palermo contro il Sassuolo.