Anche l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” analizza la sconfitta rimediata ieri dal Palermo contro il Perugia e la decisione di Maurizio Zamparini di mandare squadra e allenatore in ritiro punitivo:
“Il segno del destino per la peggiore delle beffe possibili. Il veleno sulla coda ce lo mette al 92′ Samuel Di Carmine, a lungo inseguito dal Palermo all’ultimo mercato e oggetto dei desideri da sempre di Tedino che alla fine non crede ai suoi occhi. Domina, fa la gara, concede quasi nulla al Perugia ma poi deve piegarsi alla più cinica delle regole del calcio. Se non fai gol non vinci mai, a volte puoi perdere. Capita proprio questo al “Curi”. Breda blinda risultato e panchina non scoprendosi anche perché la formazione è rabberciata dietro con Del Prete costretto a fare il centrale e con Volta e il baby Magnani (un ‘98 pescato al Siracusa con i buoni consigli della Juve) in versione eroica. Macchinoso per un pizzico di comprensibile tensione dopo 2 ko e appesantito dai carichi di lavoro non del tutto smaltiti, il Palermo è poco fluido in avvio. Ma poi cresce anche perché agevolato dalla tattica dei padroni di casa che attendono e ripartono infilandosi nei rari spazi che la corazzata siciliana rende disponibili. Senza Nestorovski in attacco e con in difesa dall’inizio Rispoli e Rajkovic (quest’ultimo in campo dopo 15 mesi), il Palermo affida le sue manovre offensive a Trajkovski e La Gumina, vivaci, ma effimeri. L’ex capolista prova a giocarla da padrona, ma negli ultimi metri manca la concretezza necessaria a schiodare un Perugia vigile sul piano tattico. Al 25′ la prima occasione: angolo di Trajkovski dalla destra e palla al liberissimo Rispoli nel cuore dell’area umbra, ma la battuta a rete è innocua. La replica, immediata, è di Kouan di poco alta. Poi una punizione di Trajkovski si abbatte sulla barriera. Il Palermo si fa trovare scoperto sul finire di tempo. La ripartenza perugina è micidiale, con Di Carmine che s’invola assecondato da Cerri sulla destra, ma il passaggio per il compagno è debole e finisce per essere preda della diagonale disperata di Aleesami. RIPRESA. Tedino ci pensa un quarto d’ora prima di sganciare Nestorovski, frenato da noie muscolari. Il cecchino macedone tenta da fuori, imitato subito dopo da Trajkovski infilatosi in un varco a destra. Tuttavia è il Perugia a sfiorare il vantaggio su una delle rare azioni offensive della ripresa: Nura serve sul secondo palo Di Carmine che di testa cerca di fare secco Pomini, ma il portiere vola nell’angolino e, complice la traversa, salva il Palermo. Poi i rosanero si mettono a fare i giocolieri in area avversaria con Aleesami e Nestorovski che scivola anziché concludere. Il calcio, però, è imprevedibile perché da un fallo a centrocampo nasce l’azione del gol perugino: palla da Colombatto a Cerri, tocco di prima per Di Carmine che vince il duello con Szyminski e fa secco Pomini in uscita, forse con una frazione di secondo di ritardo. Per il Palermo 3º ko di fila dopo Empoli e Foggia: non accadeva dal 2002-2003 contro Samp, Ancona e Siena, e allora costò la panchina ad Arrigoni (già subentrato alla 4ª a Glerean) sostituito da Sonetti. Zamparini, amareggiatissimo, per ora sembra più clemente: niente ribaltoni ma squadra in ritiro e a Vercelli vietato sbagliare”.