“È arrivato da pochi mesi a Terni ed è già uno dei beniamini della tifoseria: il cuore e la voglia di vincere messa in campo da Filippo Tiscione, infatti, rispecchiano i valori rossoverdi e dell’Unicusano. Una società alla quale il fantasista è particolarmente legato, avendo cominciato tre anni fa a Fondi la sua carriera tra i professionisti. Tiscione ha parlato della sua felice situazione a Terni, della sua famiglia e del gruppo agli ordini di Pochesci in un’intervista rilasciata ai microfoni di Sport Academy, la trasmissione di politica sportiva in onda su Radio Cusano Campus. In campo si vede il tuo attaccamento alla maglia e alla società. «È il mio carattere. Sono davvero grato a questa società che in questi anni ha cambiato la vita mia e della mia famiglia. Voglio ricambiare questa fiducia in campo, perché le devo tanto». Sei sempre stato molto legato alla tua famiglia, tua moglie e i tuoi due bambini. «Sto con mia moglie da 14 anni, ho due bimbi speciali. Per me esistono solo il calcio e la famiglia, faccio una vita normale e sono felice. C’è anche la scuola calcio, visto che i due bimbi stanno cominciando a dare i primi calci con l’Unicusano Ternana…». Hanno preso tutto dal padre? «Sì, così come io ho preso da mio padre, che giocava tra i dilettanti e da piccolo mi portava sempre con sé. Il calcio era nel mio destino: andavo a dormire con il pallone tra le braccia e mi ci svegliavo anche. Non avrei potuto fare altro. Con i miei figli, però, sono molto elastico: decideranno loro cosa vorranno fare, anche in ambito sportivo». Pensi che la passione per il calcio sia qualcosa di innato nelle persone? «Sì, una passione genetica (ride, ndr). Scherzi a parte, penso che si trasmetta da padre in figlio ed è una cosa stupenda, un valore». Con la tua Palermo che rapporto hai? «Ci sono legato, perché lì abitano i miei genitori e i miei parenti. Ma mi sono sempre trovato bene ovunque ho vissuto. In particolare a Terni: la gente è vicina alla squadra, anche nei momenti difficili, quando passeggiavo per il centro, ho sentito solo parole di incitazione, mai un commento irrispettoso. I tifosi hanno una storia importante e la rappresentano nel modo migliore: vogliono bene alla squadra». Ti sei ritrovato tardi tra i professionisti: voi calciatori sentite la pressione per una carriera così breve? «Certo. Ed è per questo che sono felice e grato alla Cusano, che mi ha accolto tra i professionisti e spero di poter continuare con questa società anche quando sarò lontano dal campo. Ho capito che si tratta di una realtà dove non si è mai soli e dove le persone sono l’elemento fondamentale». In serie B cominciano a conoscerti: pensi di essere entrato tra i “grattacapi” delle difese avversari? «L’importante è che abbiano notato l’Unicusano Ternana: su di noi all’inizio c’erano molti dubbi ma stiamo dimostrando di essere più che validi per la categoria. Stiamo migliorano e imparando che oltre al bel gioco devono arrivare i punti». Si parla molto del vostro affiatamento come gruppo: come siete riusciti a creare questo clima? «È iniziato tutto dal ritiro di Norcia. Molti di noi sono alla prima esperienza in B e hanno voglia di emergere. Sappiamo di poter fare bene: siamo sempre stati molto vicini, usciamo a cena con le famiglie, si è insomma creato un rapporto nato in modo spontaneo. Ci parliamo in faccia, non esiste ipocrisia: essere schietti e sinceri alla fine premia. Ognuno si sente parte del gruppo e dell’Unicusano. Io ne sono fiero e lo trasmetto a tutti i miei compagni»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.