L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’offerta dall’Arabia per Mbappè.
Forse stiamo entrando in una dimensione che ha del fantascientifico. Ma che fantascientifica non è. Anzi. Forse stiamo – meglio, qualcuno sta – trasformando il calcio nello sport in cui si sancisce definitivamente che il più ricco si prende il pallone, che il Verona e il Leicester apparterranno per sempre ad un mondo sommerso per sempre (la ripetizione cacofonica aiuta a sottolineare): quello delle favole, del sogno. Inutile attardarsi a spiegare, perché la rete ha squarciato il cielo del limite (e della morale?) ormai già da diverse ore. Era ieri pomeriggio. In un attimo si è partiti da 6-700 milioni e in un attimo si è arrivati al miliardo tondo per Mbappé e il Psg: senza giri di parole. Trecento milioni al club francese per una stella in rottura totale (già da un anno, anche se hanno provato a far credere che non fosse così) e a dieci mesi dalla scadenza del contratto. Settecento milioni a lui, Monsieur Kylian. Per quanto tempo? Ahahahahaha (che sta per una una risata, un po’ grassa, un po’ incredula): qui viene il bello, per un solo anno!
E allora uno riannoda il filo della storia che va avanti almeno dalla scorsa estate e pensa al Real Madrid, che circuisce Mbappé, lo ha sfiorato con tutte e due le mani e lo aspetta come un promesso sposo. Ma se in ballo c’è davvero un miliardo, viene spontaneo pensare che Florentino Perez pazzo non è. E così l’emisfero si sposta in un attimo. Chi lo offre il miliardo più scriteriato della storia del calciomercato? La domanda ha un sapore retorico: la risposta è l’Al-Hilal, quindi Pif, il Public Investment Fund, fondo sovrano dell’Arabia Saudita che fa capo a Mohammad bin Salman Al Saud, il figlio del re, primo in linea di successione al trono. Uno che, solo attraverso la cassaforte degli investimenti pubblici dell’Arabia Saudita, maneggia un patrimonio da 600 miliardi di dollari: figurarsi cosa gli cambia darne uno dividendolo tra il Psg e Mbappé.
Tu sei lì che ti stropicci gli occhi, che ti chiedi se può essere vero, perché non sempre la rete cattura il vero. Da “vecchi” mestieranti della notizia siamo abituati a verificare. E verifica che ti verifica il quadro c’è, inevitabilmente lascia anche un bel po’ perplessi, perché oltre questo oppio del popolo che è il calciomercato, cominci a dirti che delle regole andrebbero messe, dei paletti fissati, dei limiti imposti. Tutta roba che i figli dell’Uefa conoscono bene: mai sentito parlare del fair play finanziario? Ecco, diteglielo al figlio del re d’Arabia, lo stesso che due anni fa con Pif si è preso l’80 per cento del Newcastle investendo 353 milioni di euro, la metà dei soldi che sarebbe pronto a dare a Mbappé per un anno.
È una storia tutta dentro la nuova frontiera del calcio, quella dei padroni senza regole: il Qatar vende, l’Arabia compra e in qualche modo (anche) soccorre. Chi avrebbe mai dato 300 milioni al Psg con il suo giocatore più rappresentativo a 10 mesi dal “tana libera tutti”? Ricordiamo che l’attaccante francese aveva chiarito di non voler minimamente esercitare la clausola unilaterale per allungare fino al 2025: da qui la scelta conseguente del club di escluderlo dalle amichevoli. E ancora. Chi avrebbe fatto questa operazione per un solo anno? Con quale convenienza? Le domande sono tante e le risposte non ci sono ancora tutte. Avverrà tutto questo? Se avverrà chiaro che le candidature avanzate anche dalla autorevole stampa francese verrebbero spazzate via: ma quale Barcellona, ma quale United. Ma quale Inter, perché anche i nerazzurri sono stati tirati in ballo.
Ricordiamoci solo che un anno fa il Psg ricomprò Mbappé in scadenza perché Al Khelaifi non poteva permettersi l’onta di perdere la sua star nell’anno che portava dritto al Mondiale in casa, il primo del Medio Oriente. Scese in campo anche Macron e alla fine, con il contratto scaduto, piovvero nella tasche dell’attaccante 180 milioni cash, un contratto da 72 milioni lordi l’anno, altri bonus da riscuotere tra il settembre prossimo e quello del 2024 se avesse deciso di restare un altro anno ancora. Una roba da 630 milioni spalmati su tre anni. Se l’Al-Hilal davvero farà il colpo gliene verserà 700 in un anno solo. E poi? Poi monsieur Kylian sarà/sarebbe clamorosamente libero e potrà/potrebbe abbracciare l’amato Real Madrid. Riletta così, quella di un anno fa è stata una tregua “armata” e dorata. Il Psg avrebbe (e vorremmo anche vedere) detto sì a Pif. Tocca a Mbappé. A noi resta quella domanda nell’aria: ma se il più ricco si porta via il pallone, non c’è il rischio concreto che poi quel ricco si ritrovi a giocare da solo? No perché, nel caso, ricordatevi solo che il calcio, se non c’è un avversario da affrontare, non esiste. O se i valori si dilatano oltre il lecito, la gente non si diverte più. Intanto vediamo davvero se l’Al-Hilal vorrà far saltare il banco della logica.