Corriere dello Sport: “Un mental coach per il Palermo. Poche parole e concretezza il ds è per lo spogliatoio un riferimento”
“Puoi chiamarti Aladino, nome legato alla lampada magica, al genio, ai desideri impossibili da realizzare. Ma nel calcio non sempre le domande hanno risposte positive. Ad Aladino Valoti, per esempio, è successo sabato di assistere impotente alla beffa del Palermo; e domenica di accompagnare a Verona il figlio Alessandro, ospite a “Quelli che il calcio …”, 9 anni, tifoso anche del Palermo, fratello del più noto Mattia, in campo contro l’Atalanta, e di provare un’altra cocente delusione.
VALOTI E IL MENTAL COACH. Valoti oggi è a Palermo. Zamparini lo vuole vicino alla squadra. Sempre. Lui e Andrea Cannavacciuolo, il mental coach, per guarire il Palermo dai suoi strani cambiamenti d’umore. A Palermo da venti giorni, Aladino non si fa illusioni e sa che il compito è duro: «Il Palermo non può nascondere le proprie ambizioni». Il mental coach? «Un collaboratore in più, non ci porterà da solo in A, in campo scendono i ragazzi. Si lavora soprattutto sotto l’aspetto mentale e della concentrazione. Si parla sempre di “testa” e poi l’alleniamo poco. Il traguardo si raggiunge con altri fattori: andare fuoricasa e prendere due gol, per esempio, signifi ca che ce ne vogliono tre per vincere, di certo non rientra nei compiti di un professionista che comunque ci aiuta a dare il massimo».
SPOGLIATOIO. Valoti si spende nello spogliatoio. Fuori poche parole e tanta concretezza. Come vuole Zamparini. Infatti, blindato dall’ufficio stampa, il nuovo direttore sportivo non rilascia interviste e passa le sue giornate come uno dei giocatori, sempre a contatto con il gruppo e lo staff tecnico. Con indicazioni chiare sin dal primo giorno: «Sto con loro, li osservo uno ad uno, guardiamo ogni piccolo particolare, non ci deve sfuggire niente». Da un lato dirigente, dall’altro calciatore, lo spirito è sempre quello, per appianare le difficoltà e puntare in alto. Tutto fa brodo. A Novara, la squadra non era in partita, Tedino ha alzato la voce. Valoti era con lui. Al ds strappiamo: «Per fortuna i nostri valori rimangono elevati e lo dimostra la classifica. Sono preoccupato per le emergenze, anche se chi entra fa il suo dovere. Questo è un torneo infinito, bisogna arrivare all’ultima partita in piena forma e con tanta benzina in serbatoio». Sembra facile.
VITA. Nato ad Alzano Lombardo, Valoti abita a Brembate di Sopra, tristemente famosa per l’omicidio di Yara Gambirasio. E’ fratello di Paolo, ex ciclista vincitore di una coppa Bernocchi e compagno di Cipollini. Quattro anni fa, divorziò dalla moglie Marta conosciuta ai tempi in cui giocava nella Sambenedettese. Lei modella, lui calciatore. Amore sbocciato con una bugia perchè Aladino finse di essere un rappresentante di biancheria intima e venne poi riconosciuto per le foto sui giornali. Dopo vent’anni di carriera, è stato per 12 ds dell’Albinoleffe e poi del Cosenza e del Sudtirol. Tre i figli: Mattia, Benedetta e Alessandro che incontra nei giorni liberi. Ama i cibi di casa sua, in particolare polenta, tartufo e le ciriole, pasta di acqua e farine povere. «Ma quando si arriva a Palermo sapori e profumi cambiano. Cibi di strada e pesce. Deliziosi». Sicuramente ricette più facili che quella per la serie A”.
Il Ds del Palermo Aladino Valoti sta cercando di aiutare la squadra a raggiungere la promozione ed insieme a lui ci prova il mental coach voluto dal patron Zamparini. Non è facile però perché il mental coach non scende in campo, ma a farlo sono i giocatori che potrebbero sembrare liberi dai pensieri e poi magari in realtà non lo sono. Valoti è vicino alla squadra, parla con tutti i calciatori e anche con lo staff tecnico per capire quali sono le difficoltà. In alto quanto scrive l’edizione odierna de il “Corriere dello Sport”.