L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su una nuova tragedia in Moto Gp.
Soltanto due settimane fa, Dean Berta Viñales rilasciava la prima intervista “internazionale”, al sito della World Superbike. Nella quale ringraziava il cugino e lo zio, senza i quali non sarebbe approdato in un campionato del mondo. Pur avendo 15 anni, il catalano conosceva gioie e dolori del motociclismo, perché soltanto due mesi fa la Spagna piangeva la scomparsa di Hugo Millán, 14 anni, un’altra promessa dell’inesauribile vivaio iberico.
E ieri, purtroppo, la tragedia di Millán ad Aragon ha avuto una triste replica a Jerez, nella gara fatale a Berta Viñales. Ultimo esponente di una delle dinastie del motociclismo spagnolo, perché il cugino in questione è Maverick, top rider in MotoGP con l’Aprilia dopo aver conquistato un titolo nella Moto3, e lo zio nonché team manager è Angel, patron del Viñales Racing Team impegnato nella Supersport 300, la classe d’ingresso del paddock Superbike. Il Mondiale riservato alle moto derivate dalla serie, quelle che si possono comprare nei concessionari.
Dean è scomparso a causa delle conseguenze dell’incidente avvenuto a tre giri dalla fine di Gara 1 a Jerez: la situazione è parsa subito così grave da causare non soltanto la bandiera rossa, per l’interruzione della gara, ma anche la cancellazione di tutto il programma del sabato pomeriggio, con la prima manche della Superbike e quella della Supersport. Anche per evitare di ripetere la surreale situazione del Mugello, con gran parte dei piloti in corsa senza la giusta concentrazione – per non dire controvoglia – dopo la notizia della morte di Jason Dupasquier. Oggi comunque si tornerà in pista dopo un minuto di silenzio previsto alle 10.15: due manche di Superbike e gara 2 della Supersport e della Supersport 300.