L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle parole rilasciate da Tutino in conferenza stampa ieri.
Il mancato ballerino vuole fare “danzare” i palermitani con i suoi gol. Si chiamano sliding doors. Chissà dove sarebbe adesso Gennaro Tutino se a 11 anni si fosse lasciato trascinare dalla sua altra grande passione e cioè la danza classica. L’attaccante napoletano classe 1996 ha deciso, invece, di seguire le traiettorie disegnate dal pallone e, dopo avere frequentato tante piazze, eccolo a Palermo. Che, a proposito di destino, in un certo senso fa rima con Inghilterra: Gennaro in passato poteva finire al Tottenham e ora è entrato a far parte della famiglia City Football Group: «Il club è ‘capitanato’ da una società che è la migliore nel mondo del calcio – ha sottolineato ieri al Barbera durante la presentazione l’attaccante arrivato nei giorni scorsi dal Parma e reduce da uno spezzone di gara contro il Bari – voglio farmi apprezzare e, a prescindere dalla formula del mio trasferimento (prestito con diritto di riscatto e obbligo di riscatto condizionato, ndc), la mia intenzione è quella di restare qui anche il prossimo anno».
Ha le idee chiare il neo-acquisto rosanero pronto a mettere a disposizione del gruppo un bagaglio di esperienza maturato anche attraverso il contatto, ai tempi della Primavera del Napoli, con giocatori del calibro di Higuain, Hamsik e Callejon: «Capitava di allenarmi con questi grandi campioni, un esempio per tutti. Io spero di lasciare il segno come hanno fatto loro a Napoli. Darò il massimo per questa società, la piazza e la città e mi auguro, un giorno, di giocare in A con il Palermo». Una realtà che lo ha “stregato” immediatamente: «Sono stato accolto molto bene dalla gente e ho notato che ci sono tante somiglianze con Napoli. In questi tre giorni – prosegue sorridendo – ho mangiato e ancora non ho pagato. Mi trovo benissimo e voglio ripagare sul campo il calore e l’entusiasmo che già ho percepito. Palermo è stata una scelta facile. Nel momento in cui si è presentata questa opportunità non ho esitato un attimo e ho detto al mio agente di chiudere il più velocemente possibile». Trasudano visibilmente felicità le parole pronunciate da quello che, alemno in termini di numero di maglia e cioè il 7, è l’erede di Floriano.
Ama i film d’azione e non vede l’ora, sul set, di farsi notare con i suoi effetti speciali: «Ringrazio il ds Rinaudo e Corini. Con l’allenatore ho parlato più di aspetti umani che di tattica. Io ho bisogno di sentire fiducia ma so che va conquistata. Non sono più un ragazzino e un po’ di esperienza l’ho fatta. Il mio ruolo? Sono una seconda punta. E’ vero che a Cosenza e a Salerno mi sono trovato bene al fianco di un centravanti, la stessa cosa può avvenire con Brunori, una prima punta atipica. Ciò non vuol dire che Tutino giocherà. Il mio obiettivo è scendere in campo e rendermi utile ma so che dovrò meritare la maglia. E’ sempre il campo che parla».