Corriere dello Sport: “Tra leggenda e retrocessione c’è De Stefanis”

“Laziale dentro, rosanero di maglia: Massimo De Stefanis (Roma, 8 febbraio 1957), 169 presenze, 30 gol, è uno di quei giocatori che ha raccolto meno di quanto meritasse. Pensate a Stankovic. Facilità di corsa, inserimenti continui, botta, in azione o su calcio piazzato, impressionante. Tanto che, nell’ultimo anno di permanenza a Palermo, il tecnico Giagnoni lo impiegò da centravanti. LA STORIA. De Stefanis arriva a Palermo alla fine degli anni settanta e dell’era Barbera. Il Palermo ha appena consegnato nelle mani della Juve una Coppa Italia stregata. La dirigenza cede il terzino Citterio, uno come Balzaretti, alla Lazio e in cambio ecco il veterano Ammoniaci e il giovanissimo De Stefanis. De Stefanis ha già esordito in serie A nel ’78, quattro partite in due anni a fianco di vere e proprie stelle: Wilson, Manfredonia, Agostinelli, Giordano, Cordova, D’Amico, Tassotti. Poi sempre B. Un maledetto destino malgrado gol e prestazioni. Nel Palermo mette subito la sua firma alla leggenda rosa. A San Siro, in Coppa, il Palermo batte, unica volta nella storia, l’Inter con gol di Calloni e… De Stefanis. Massimo, mai una polemica per le mancate cessioni alla Juve, al Napoli, al Torino, al Milan, al Genoa scrive le pagine belle e brutte di cinque anni come il 3 a 3 col Bari, con la polizia in campo, lacrimogeni, partita interrotta e ripresa, e tripletta anzi poker perché infila anche il proprio portiere. L’ultima stagione, quando nello spazio di una notte Parisi diventa presidente al posto di Gambino, i suoi 11 gol (gli altri tre attaccanti Pircher, La Rosa e Montesano ne segnano in tutto 6) non bastano: il Palermo precipita in C. CINQUE GOL A PESCARA. E dire che la squadra navigava nei piani alti. Il 23 ottobre del 1983, il Palermo di Gustavo Giagnoni, l’allenatore col colbacco, e di Roberto Parisi che mesi dopo sarebbe stato ucciso in un agguato mafioso, illudeva i suoi tifosi battendo per 5-0 il Pescara e portandosi al quarto posto della classifica, in zona promozione. Parisi pensava di avere tra le mani una squadra vincente. In parte era vero. Il problema l’attacco: Pircher non segnava mai, Montesano dribblava pali e portieri ma non la metteva dentro, La Rosa era troppo giovane così come Fermanelli. Dunque, capocannoniere un centrocampista, De Stefanis (11), squadra sbilanciata, brillante all’inizio ma deludente nella parte centrale quando totalizzava due sole vittorie in 19 partite. Il giorno di gloria contro il Pescara, doppietta di Volpecina, rigore di De Stefanis, battesimo del gol per La Rosa, autorete di Ioriatti. Volpecina segnò i primi gol della sua carriera che poi (ceduto assieme a Bigliardi) avrebbe toccato il suo apice con la doppietta scudetto e Coppa Italia con il Napoli di Maradona. In C, il Palermo si rinnova. Massimo va a Perugia (chiuderà con Arezzo e Ancona). Torna a Palermo da avversario, va ancora in gol e la Favorita gli dedica un grande applauso. Oggi gestisce una scuola calcio a Roma.”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.