Corriere dello Sport: “Toto panchine: è Di Francesco mister mercato. Corini…” (FOTO)

“Chissà che 2017 sarà per gli allenatori della nostra serie A. Di sicuro la metà delle squadre potrebbero cambiare condottiero. Ed è altrettanto certo che, seduto sulla punta dell’iceberg, c’è ancora Eusebio Di Francesco. Quarantasette anni, quindi under 50; da Sambuceto, Chieti, quindi italianissimo; volendo scherzarci un po’ su, ha iniziato la sua avventura in serie A, sempre con il Sassuolo, all’italiana, con un esonero (ma il club emiliano ci ripensò subito). Di Francesco ha tutto per essere il capofila dei nostri allenatori. Nonostante il suo Sassuolo soffra un po,’ fiaccato da qualche assenza di troppo e dalla doppia marcia, piacevole e forzosa al tempo stesso, in Europa League, lui continua a piacere e hanno ragione: con la sua idea di calcio, la sua fama di gran lavoratore, il suo tono pacato. Era finito, per tutto questo, anche in nomination per la Nazionale prima di Ventura. E ora, nonostante (o forse grazie a…) quella clausola da 3 milioni di euro e il contratto fino a giugno 2019, l’idea che ci si possa sedere e parlare di futuro, c’è: soprattutto se il futuro avrà il nome della Fiorentina, che lo stima da parecchio, o anche un po’ a sorpresa da piazze come Milano e Roma, dove Pioli all’Inter è legato ai risultati, mentre Montella al Milan un risultato già lo ha portato a casa, la Supercoppa, ma tutto potrebbe cambiare con l’ingresso in pianta stabile dei cinesi. E Spalletti… chissà Spalletti, potrebbe lui farsi attrarre dalle ombre cinesi. E allora Eusebio, anche tra Milano e Roma potrebbe accasarsi: i giallorossi e i rossoneri lo hanno già corteggiato in passato. GENERAZIONE DI FENOMENI. La verità è che questo campionato, visto dalle panchine, sta scoprendo, confermando e rilanciando. Scoprendo, per esempio, il calcio aggressivo del Genoa di Ivan Juric, uno che non si fermerà sotto la Lanterna a vita perché già piace a tanti; o Massimo Rastelli e il suo Cagliari neopromosso che se non avesse deciso di perdersi nei fumi di un ambiente improvvisamente complicato, sarebbe da applausi per la sua classifica; o l’organizzazione e gli strappi della Lazio di Simone Inzaghi, lui riportato quasi per caso da Salerno per dimenticare Bielsa e capace invece di stregare, ammaliare, piacere, mettendo la squadra biancoceleste davanti al traguardo Champions come obiettivo concreto, tanto da guadagnarsi, lui sì, tra i pochi, una blindatura. Conferme stanno arrivando dalle qualità del calcio di Maran al Chievo e di Giampaolo alla Samp: proprio per questo non è certo immaginarli lì, allo stesso posto, tra un anno, al di là di quel che
direbbero i contratti. Rilanci in grande per Gasperini a Bergamo e per Mihajlovic a Torino: loro due sembrano, come Inzaghi, legati anche per la stagione che verrà alle squadre attuali. VADO AL MAX…IMO. Legato, legatissimo alla Juve e concentrato ora sugli obiettivi stagionali – il sesto scudetto di fila, che sarebbe record dei record, e la agognata Champions League – è Massimiliano Allegri. Nessuna scoria dalla Supercoppa, se non il disappunto che si prova quando guida una squadra che vuole solo e sempre vincere. Allegri pensa per la Juve, vive la Juve. Poi il Sun ieri parla di Arsenal per Max e si può solo riflettere sul fatto che la Premier al tecnico livornese piaccia. E che prima della Juve era in Inghilterra a studiare l’inglese. Come, proprio al nostro giornale, disse che avrebbe voluto chiudere la carriera guidando la Nazionale. Sogni futuri, ma non c’è niente di più. Anzi non c’è altro che Juve. PIU’ GIOVANI. Le panchine di A, più italiane e più giovani rispetto al passato. Intanto registriamo un trend al ribasso sulla media età dei nostri allenatori, che passa dai 52 anni della stagione scorsa (50,4 due anni fa) ai 48,9 di questo campionato. Poi ci accorgiamo che solo la Bundesliga, tra i grandi campionati d’Europa, ha una carta d’identità allenatori più verde della nostra (44,5 anni). E infine registriamo che i tecnici italiani riescono ad essere profeti in patria: in questa stagione ne abbiamo 17 su 20, e se pensiamo che dei tre stranieri due sono Mihajlovic e Juric, rispettivamente da 25 e da 15 anni nel nostro Paese, beh… davvero si può parlare di una serie A tutta italiana in panchina. Con mezzo futuro da scrivere.”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.

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