Corriere dello Sport, torna la serie A: “Le probabili formazioni di Roma-Inter”

Spalletti, il ritorno. Sarebbe perfetto anche come titolo di un film. Del resto, stasera i riflettori saranno tutti puntati sul tecnico nerazzurro, che riapparirà per la prima volta all’Olimpico dopo l’addio di qualche mese fa. Sarà anche il primo incrocio con Totti. «Abbraccio? E’ un parolone. Lo saluterò per rispetto», aveva detto il neo-dirigente della Roma. Beh, ieri Spalletti se l’è cavata così: «Sarò ben contento di riabbracciarlo. Io non ho conti in sospeso, gli ho detto tutto quello che dovevo. Spero che lo abbia fatto anche lui. Per me sarà solo un piacere ritrovarlo. Nemmeno la Roma può essermi indifferente, quindi torno con tutto l’entusiasmo possibile». Al di là delle parole, che il rapporto tra i due fosse irrimediabilmente spezzato non è un segreto per nessuno. «Mi auguro che ora Totti faccia davvero quello che voleva fare. Poi io ho il mio amore da distribuire e per lui ce n’è. Da lui ho ricevuto tanto. mi ha fatto vivere partite splendide, ha segnato gol da falso “nueve” di grande qualità». E non è casuale che lo rimarchi, visto che in quel ruolo lo ha “inventato” proprio Spalletti.

OCCASIONE. Ritorni, incroci e abbracci, comunque, fanno solo parte del contorno. La “polpa” è la sfida sul campo, perché è il primo scontro diretto tra due grandi e potrà dire tante cose. «Noi dobbiamo cercare qualcosa di più per essere al loro livello – ha spiegato Spalletti – Il nostro campionato verrà misurato da queste partite e noi dobbiamo farci trovare pronti. Essere consapevoli che ci sono occasioni nel calcio che capitano oggi ma non domani». Tradotto, significa che il colpo si può fare.

NESSUN LIMITE. E significa che questa Inter può essere pienamente competitiva, anche se non tutto è filato per il verso giusto sul mercato. «Ho chiesto 3-4 giocatori e sono arrivati, come Borja Valero e Vecino. Dalbert era già un obiettivo, ma quando ho visto i filmati ho capito che è da Inter, al pari di Cancelo. Non dipende dai direttori (Ausilio e Sabatini, ndr) se inizialmente si pensava di arrivare a una certa quota e poi non è stato più possibile a causa di paletti, regole, buon senso e logica. Poi, una volta conosciuta meglio la squadra, ho compreso che si può costruire un gruppo forte. Non firmo per nulla, non voglio pormi limiti: penso sempre che i miei giocatori siano i migliori».

KEITA E THOHIR. Mentre sembra sfumare Schick e l’Inter torna a battere la pista che porta a Keita, ieri dall’Indonesia è intervenuto anche Thohir. «Suning vuole che l’Inter torni in maniera fissa in Champions e vuole vincere titoli», ha raccontato a Metronews, aggiungendo che a causa degli impegni per gli Asian Games è stato costretto ad «abbandonare molte delle mie posizioni nel club, in accordo con i miei partner». Poi una piccola gaffe («Tifo Inter da quando comprò i tre olandesi), prontamente corretta su Twitter: «Ovviamente mi riferivo ai tre tedeschi…». Cioè non Gullit, Van Basten e Rijkaard bensì Matthäus, Klinsmann e Brehme”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.