Corriere dello Sport: “Torna in campo la serie A, sfida speciale Milan-Lazio con aria di derby”
“Sono dolci ricordi pensando all’anno dello scudetto della Lazio, un po’ meno se la memoria torna alla fine di aprile, unico precedente in panchina. La Samp di Montella rimontò e ribaltò il risultato piegando a Marassi (2-1) la Lazio di Simone Inzaghi, che aveva preso il posto di Pioli da venti giorni e stava ancora provando una rincorsa impossibile all’Europa League. Gol di Djordjevic in avvio, pareggio di Fernando al ventesimo del primo tempo, rigore fallito da Candreva a un soffio dall’intervallo e ripresa all’assalto, subendo il raddoppio in mischia dell’ex laziale De Silvestri a meno di un quarto d’ora dalla fine. Blucerchiati in salvo e delusione per la Lazio che però avrebbe dato altri segnali di risveglio sino alla fine del campionato conservando l’ottavo posto, che permetterà di entrare nel tabellone di Coppa Italia dagli ottavi. VITA DA BOMBER. Inzaghi e Montella si ritroveranno questa sera a San Siro per l’anticipo della quinta giornata di campionato dopo una vita passata in area di rigore, uno con la Lazio di Eriksson e poi Zoff prima di finire sotto la guida del suo maestro Mancini, l’altro con la Roma di Capello. Simone doveva sgomitare dentro una concorrenza fortissima in attacco perché dopo Crespo, Ravanelli, Salas e Boksic arrivarono i tempi di Corradi e Claudio Lopez. Una volta, per una partita di Champions a Praga, Mancio s’infuriò perché lo avrebbe voluto impiegare all’ala sinistra al posto dell’argentino, Simone non era convinto del ruolo, e alla fine toccò a Gottardi nel tridente. Vincenzo, che nei derby di campionato con la Lazio ha segnato 7 gol (più uno in Coppa Italia), discuteva spesso con Capello per le frequenti esclusioni. In quelle stagioni si ritrovò a duellare con Cassano e Delvecchio per fare coppia con Totti. PRECEDENTI. Inzaghi e Montella da allenatori hanno cominciato con Roma e Lazio dal settore giovanile di Trigoria e Formello senza mai affrontarsi con gli Allievi Nazionali perché transitati dalla stessa categoria con un anno di differenza. Sul campo, però, si sono affrontati tante volte. Cinque precedenti. Tre vittorie per Montella, una per Inzaghi e un pareggio. Dolci ricordi per l’Aeroplanino in chiave derby. Una doppietta nel derby del 21 novembre 1999 (4-1 per la Roma), un gol nella partita di ritorno ma Simone entrò nell’azione del pareggio di Nedved prima del raddoppio su punizione di Verona: 2-1 per la Lazio il 25 marzo 2000, tappa fondamentale nella rincorsa alla Juve. Un mese e mezzo dopo sarebbe stato scudetto. Il 10 marzo 2002 Montella entrò in una delle pagine più nere nella storia della Lazio, firmando un poker di gol. Finì 5-1 per la Roma, Zaccheroni al tappeto, Angelo Peruzzi (nuovo club manager biancoceleste) era in porta e Simone formava la coppia d’attacco accanto a Crespo. Nei due derby successivi, invece, Montella non riuscì a segnare. RIGORE. Il precedente a cui tiene di più Simone Inzaghi risale al 27 ottobre 2002. Settima giornata. Gol di Fiore e pareggio di Delvecchio. Raddoppio di Batistuta e Lazio di nuovo a segno con Stankovic a un quarto d’ora dalla fine. Mancini si gioca la carta Inzaghi, che entra per sostituire Corradi a sei minuti dal novantesimo. Simone si avventa su un pallone filtrante sulla parte sinistra dell’area, Zebina è in ritardo e lo stende. Rigore per la Lazio al minuto 87 sotto Curva Nord: sinistro di Mihajlovic, tuffo e parata pazzesca di Antonioli. Sinisa poi ringrazierà i tifosi della Lazio per averlo applaudito dopo l’errore dal dischetto. Al 9 novembre 2003 risale l’ultimo confronto diretto in campo, vinse 2-0 la Roma di Capello con i gol dei brasiliani Mancini e Emerson, Simone venne sganciato nel finale da Mancio per sostituire Sergio Conceicao. Erano all’epoca ancora protagonisti. La stella di Montella si eclissò durante la gestione del primo Spalletti. Inzaghi, invece, venne penalizzato dagli infortuni e dai dolori alla schiena, che gli impedirono di essere protagonista con continuità nella Lazio di Delio Rossi, che lo teneva in alternativa a Rocchi e Pandev nel parco attaccanti. A SAN SIRO. Un rimpianto il tecnico di Piacenza se l’è sempre portato dietro: non aver segnato un gol nel derby con la Roma nella sua carriera di centravanti, ma da tecnico della Primavera s’è preso la rivincita vincendo la Coppa Italia di categoria (2014) nella doppia finale dell’Olimpico. A San Siro, davanti ai rossoneri, si ricorda il suo gol (febbraio 2000) nella notte del doppio rigore concesso al Milan dal contestatissimo Rosetti. Non bastò per rimontare ed evitare la sconfitta (1-2), ma i biancocelesti di Eriksson poi avrebbero vinto lo scudetto. Stanotte Simone sogna il colpo. Rimetterebbe a posto la storia della Lazio dopo 27 anni e salderebbe il conto con Montella”. Questo quanto scrive l’edizione odierna del “Corriere dello Sport”.