“Era difficile non notare la divisa fosforescente verde e blu indossata dall’Inter, a San Siro, teatro della bruciante sconfitta con l’Hapoel in Europa League. Commenti a valanga, web scatenato. Avete presente la lattina Sprite? Ecco, i colori della maglia dell’Inter erano simili, hanno irriso su Twitter. Questione di marketing, d’accordo, ma fino a un certo punto. In questo modo si snaturano i simboli tradizionali di una squadra, si cancellano anni di storia e di passione. Maglie irriconoscibili, colori con ogni tipo di sfumatura. Vendere è l’unico imperativo. Siamo sicuri che i tifosi comprino maglie di questo tipo? A giudicare da tweet e post, la risposta è secca. «Spendere 80 euro per quel pigiama? Mai».
ROSSO VIOLA. Da soccorso stradale la divisa della Fiorentina contro il Paok: completo rosso, del viola nessuna traccia. I tifosi del Napoli nella stagione 2013-’14 hanno visto i loro giocatori indossare la maglia mimetica by Macron. Chi l’ha acquistata, deve riporla in un cassetto chiuso a chiave. Non per l’estetica (e sarebbe già un buon motivo), ma perché è entrata in vigore una circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito: sancisce il divieto dell’uso di capi d’abbigliamento simili a quelli della Forza Armata. Non irresistibile nemmeno la maglia rosa Juve dell’anno scorso. Non paghi, a Torino hanno scelto il fucsia per l’allenamento. La stagione precedente hanno sfoggiato una maglia verde, che non c’entra nulla con i classici colori bianconeri. I paragoni si sono sprecati: dalla somiglianza con Shrek allo stesso colore dei bagnoschiuma. A Barcellona, Messi e compagni nella stagione 2012- ’13 hanno vinto la Liga giocando con un’improponibile maglia arancio-gialla. Un autentico obbrobrio. Altra divisa targata Nike, ma anche la Puma non scherza. Basta vedere l’ultima maglia della Nazionale di Ventura, usata per la prima volta a Bari contro la Francia: lo stemma color oro, con le 4 stelle celebranti i titoli mondiali, si vede appena e manco si nota).
MALEDIZIONE E BENEFICENZA. Maledetta maglia bianca della Spagna. Con quella casacca, le Furie Rosse hanno inanellato sei sconfitte di fila in un Mondiale o Europeo. Brutta, da peperonata (e molto simile alla versione ‘94) quella scelta dall’Adidas per l’ultimo Europeo dove i campioni uscenti sono stati eliminati dall’Italia. Si può chiudere un occhio su quella nera con striscia color arcobaleno del Rayo Vallecano. Motivo? Ogni colore riassume una campagna: dal cancro, all’abuso dei minori e alla violenza sulle donne. Inoltre, il ricavato è stato devoluto in beneficenza. Come maglia non è eccezionale, ma l’iniziativa è da applausi. Divise rivoluzionate, tradizioni abbandonate in favore del marketing. Ma che cosa ne pensano i tifosi? Ditelo sul nostro sito, votando la maglia più brutta. E, occhio: al peggio non c’è mai fine“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna del “Corriere dello Sport”.