L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla Formula 1 e su Verstappen.
There’s a new kid in town, come cantavano gli Eagles. Il nuovo ragazzo nella città della Formula 1 ha il talento stellare e la faccia da schiaffi di Max Verstappen, un monello attaccabrighe capace ieri di commuoversi, piangere e ridere assieme, occhi negli occhi con suo padre. Tanto più grande, il nuovo campione, per aver avuto ragione di un gigante dello sport qual è Lewis Hamilton. Da qualche parte, confinato in un lattiginoso altrove, Michael Schumacher sarà grato per il record di sette titoli tutt’ora detenuto in condominio.
Il brillante giallista che deve aver scritto questo racconto aveva previsto che la volata si risolvesse con i due in parità all’ultima gara, nonché all’ultimo giro. Non aveva pensato, però, ai cavilli regolamentari che in Formula 1 sono aculei capaci di farti male nei momenti più impensati: è accaduto ieri, quando la festa dei bibitari è stata intossicata da una doppia protesta ufficiale presentata dalla Mercedes.
FALLOSO AL MAX. Bisogna però prima capire come ci si sia arrivati. Al via Verstappen ha sbagliato e un istante di stallo della sua Red Bull ha permesso ad Hamilton di proiettarsi in testa. Max si è trovato subito all’angolo perché in scia le gomme soffici si sarebbero usurate rapidamente. Ha immediatamente tentato un sorpasso disperato su Hamilton e s’è mosso alla sua maniera, ficcandosi come un cuneo tra l’interno della curva e la Mercedes, costringendo Lewis nella via di fuga. Questi s’è sentito in diritto di tagliare dritto e riprendersi la posizione.