“Una scintilla per spezzare «l’abitudine a perdere» e ripartire con uno spirito diverso. Cosa importa se è Coppa Italia, il Palermo ha bisogno di riassaporare il gusto della vittoria per tornare a credere in se stesso. D’altronde, fu proprio un terribile ed imprevisto ko in Coppa, un anno fa con l’Alessandria che militava in Lega Pro, a scatenare un putiferio che portò all’epurazione di Maresca (poi reintegrato) e Rigoni, svenduto al Genoa dove oggi è grande protagonista. NON TEMO L’ESONERO. De Zerbi non sembra particolarmente sollevato per l’inattesa conferma. Il suo vero cruccio è risolvere i problemi di una squadra sbagliata e che andrà corretta a gennaio. «Non ho paura dell’esonero, quello che non mi fa dormire la notte sono le sconfitte di fila e il non aver dato l’impronta che vorrei. A dimettermi non ho mai pensato, sarebbe da persona di poco valore e senza coraggio. Se si pensa che sia per l’aspetto economico (la clausola da 500.000 euro che lo tutela, ndc.), allora sono pronto a valutare un passo indietro. Io volevo firmare un anno, il presidente mi ha proposto 3 (il contratto è per due). Ma a me interessa altro, l’affermazione come allenatore. Non mi fa piacere essere messo in discussione ogni partita ma visti i risultati devo accettarlo e combattere. Vado avanti ascoltando tutti in maniera onesta ma sempre con la mia testa. Ciascuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità e reagire, se no è facile scaricare ogni colpa sul presidente, l’allenatore di turno o il fattore ambientale». Coppa Italia odierna a parte, ripete la sua ricetta per risalire: «La salvezza passa dalla convinzione di poter mettere sotto 3 squadre che hanno i nostri stessi problemi; dal recupero degli infortunati; e dalla rivisitazione della rosa a gennaio». FORMAZIONE TUTTA NUOVA. «Ho preparato la gara con lo Spezia come fosse campionato – afferma De Zerbi – per noi è un’occasione da cogliere nella maniera giusta. Dobbiamo reimparare a vincere, per questo è una partita importante: inoltre abbiamo addosso una maglia e dobbiamo rispettarla». Inevitabile però un turn over quasi totale anche a causa delle assenze forzate: ultimo ko quello di Bruno Henrique, operato ieri a Novara ad una mano per la riduzione e sintesi di una frattura metacarpale. Parerà Fulignati, riposo per Aleesami e Nestorovski, Diamanti (problemi ad un adduttore) andrà in panchina per far gruppo. Davanti un tridente senza punte vere, formato dai giovanissimi Sallai e Lo Faso più Quaison. «Voglio più spensieratezza e non solo dai giovani, soffro a vedere che la squadra non si rispecchia ancora nel mio calcio, ma io non chiedo di fare il Barcellona, vorrei solo più coraggio, senso di appartenenza e non farsi trascinare dal vortice delle paure. I giocatori non devono farlo per me, ma prima di tutto per se stessi: ci si salva tutti assieme. Il Pescara, che pure lui ha fatto 6 sconfitte, a Roma ha provato a giocarsi la partita anche sul 2-0. Non deve succedere di abbattersi dopo un gol subìto. Per questo anche dalla Coppa mi aspetto una scintilla che possa farci riaccendere»”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.