L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla tensione in casa Palermo con il City Group che non cambia Corini.
Non si può far finta di nulla perché oltre al tracollo in classifica c’è comunque da tenere in conto la passione della città (ci sono pur sempre 12.000 abbonati): per far crescere una qualsiasi idea anche innovativa, serve un’atmosfera serena che oggi non c’è, essenzialmente a causa di prestazioni non soddisfacenti. Non saranno le urla o le proteste veementi a convincere il City, anzi rischiano di fare l’effetto opposto perché una proprietà così forte non si vuole fare imporre le scelte dalla piazza. Non per superbia ma per sottolineare le modalità di un progetto che intende portare avanti.
Però in mezzo alle urla scomposte, anche la società avrà modo di distinguere le necessarie riflessioni su una gestione tecnica che nell’ultimo mese non ha prodotto risultati in linea con le aspettative non solo della tifoseria, ma certamente anche della proprietà. Gardini e Rinaudo dopo la sconfitta col Catanzaro hanno chiesto a Corini se la sentisse di andare avanti, la risposta è stata positiva perché l’allenatore sente ancora di avere la squadra dalla sua. A Parma dunque ci sarà un nuovo test; dati i turni ravvicinati, la dirigenza potrebbe scegliere di arrivare alla fine del girone d’andata (altre 4 partite durissime, con Parma, Pisa, Como e Cremonese) per poi utilizzare la sosta per qualunque tipo di decisione, sia relativa all’allenatore che ad un prepotente ritorno sul mercato.
Corriere dello Sport: “Tensione Palermo. Corini, perché il City Group non cambia”