Corriere dello Sport: “Tedino pensiero: «Adesso tocca a noi mostrare chi siamo». Contro lo Spezia 11 stranieri in campo?”
L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” analizza le ultime notizie in casa rosanero. Passando dalla probabile formazione in vista dell’esordio contro lo Spezia, ecco anche le idee che presenta il tecnico rosanero Tedino: “I segreti di Tedino. O nei segreti di Tedino e di un calcio che comincia dove per gli altri finisce. Cioè dall’attacco. La spina dorsale? Per molti: portiere, difensore, regista, attaccante. Per lui, si va all’indietro, da Nestorovski a Posavec e ritorno. L’intuizione qualche anno, e qualche chilo, fa nella breve e sfortunata parentesi di calciatore interrotta per infortunio. Trequartista alla … Coronado, il concetto che gli piaceva era l’indice di pericolosità, più del possesso, che da allenatore si è evoluto nella ricercare di velocità di esecuzione e profondità negli ultimi trenta metri. Senza tornare mai indietro. Almeno in teoria. In una parola lo sfruttamento delle vie centrali per eludere la difesa avversaria. Elementi che avrebbe ritrovato nelle teorie di quello che considera un mostro sacro e cioè Guardiola, di Pochettino, Conte, per lui da podio in una ipotetica corsa di “mister”, Spalletti, Sarri fuoriclasse sotto l’aspetto didattico e metodico, senza dimenticare Guidolin e Klopp con il suo Borussia devastante nel contropiede.
NESTOROVSKI. Contro lo Spezia, dunque, il Palermo parte da Nestorovski che, da leader, sta tirando al massimo dei giri per la felicità di Tedino attento alla evoluzione di due talenti puri: Coronado e Trajkovski. Coronado ha qualità incredibili, impeccabile sul piano tecnico deve tirare su le maniche e scoprire le sue infinite possibilità. Da signor nessuno e dopo la felice parentesi di Trapani potrebbe diventare il protagonista del campionato. Dipende da lui. Stesso discorso per Trajkovski altro elemento che bisogna convincere del suo valore per ottenere un rendimento più omogeneo. Se tutti dicono che una squadra nasce da dietro, Tedino sfata questo mito costruendola sugli attaccanti, passando per i maratoneti del centrocampo (Jajalo, Chochev, Morganella e Aleesami); per una difesa che ha trovato in Struna, Cionek e, assente Bellusci per squalifica, Szyminski gli altri interpreti del 3-4-2-1 adatti a mantenere la migliore, almeno per il momento, idendità; per arrivare a Posavec, considerato capitale del calcio europeo, giovane da supportare e proteggere. All’esordio, Tedino potrebbe realizzare un record, quello di un Palermo tutto straniero. In campo, comunque, si parla ormai italiano. Con qualche parola d’inglese da parte del tecnico che però conosce il francese avendolo studiato fino al liceo, indirizzo economia aziendale.
DUE FRIULANI. Zamparini è di Sevegliano; Tedino è nato a Udine e ha abitato fino a sette anni a Sacile dove lavorava il papà maresciallo dei Carabinieri, originario di Benevento, ma sposato con una ragazza di Venzone. Poi, si è trasferito a Treviso ed infine il ritorno a Pordenone anche lui per questioni di amore. Per la futura moglie e per il pallone. Mai pensato di entrare nell’Arma, anzi ha interrotto una tradizione di famiglia che aveva coinvolto il nonno, il papà e uno zio. Mantenendo però il senso del dovere: «Niente alibi. Ogni giorno vogliamo e dobbiamo dimostrare di essere all’altezza del compito. Io e il Palermo». Un compito chiamato: A“.