Corriere dello Sport: “Stop ad Abramovic. Allarme Chelsea”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Chelsea di Abtamovich.

Terremoto sul Chelsea e sul patron Roman Abramovic, colpito dalle sanzioni del governo britannico verso gli oligarchi russi. Congelati tutti i beni in territorio britannico, tra cui, ovviamente il Chelsea anche se al club londinese è stata concessa una “licenza particolare” per continuare ad operare. La licenza permette al club di continuare ad incassare proventi da sponsor e diritti tv in base a contratti già in essere, ma non potranno esserne firmati di nuovi. Ne potranno essere venduti biglietti o effettuare attitività commerciali a Stamford Bridge, tra cui il club shop, l’albergo e il ristorante. Limitazioni anche ai costi per il servizio d’ordine e la logistica, sia per le trasferte (non più di 20mila sterline, circa 25mila euro) che per le gare in casa (non più di 500mila sterline).

PROPRIETA’. In teoria, sarebbe bloccata anche la cessione del club – Abramovic lo aveva messo in vendita, chiedendo circa 3,6 miliardi di euro – ma il governo britannico ha precisato che, se vi sono le condizioni, sarebbe disposto ad emettere una licenza speciale che permetta la transazione e l’ingresso di una nuova proprietà. Intanto lo sponsor Three, società di comunicazioni il cui marchio è presente sulle maglie dei Blues, ha immediatamente disdetto l’accordo di partnership: già da questo fine settimana il Chelsea dovrebbe scendere in campo senza scritta sulla maglia.

IMPATTO. Il governo britannico ha precisato che ha voluto colpire i beni di Abramovic senza però danneggiare il Chelsea. Decisione comprensibile, dal momento il Chelsea è comunque un’impresa britannica che genera gettito fiscale e impiega centinaia di persone, senza dimenticare che i tifosi del Chelsea vanno a votare anche loro. Da parte sua, il club, come rivela il Times, sta cercando di rinegoziare le sanzioni, sottolineando come rischierebbe di diventare presto insolvente. L’impressione è comunque che l’impatto delle sanzioni sul club stesso sarà abbastanza limitato, un po’ perché i legami tra Abramovic e il partito conservatore al governo sono solidi da anni, un po’ perché non conviene danneggiare un brand come quello del Chelsea. Specie se l’obiettivo è far passare di mano la proprietà. Alcune fonti sostengono che la scadenza delle sanzioni – è fissata al 31 maggio ma il governo si riserva il diritto di estendere o di eliminare del tutto i provvedimenti – sia stata fatta in base alla liquidità attualmente in cassa e che, anche senza i proventi a cui bisognerà rinunciare, al club non macherebbero i soldi necessari per arrivare a giugno. La data non appare casuale perché al momento in teoria il Chelsea non può vendere o acquistare calciatori ma, in ogni caso, la finestra ufficiale di mercato non apre fino all’estate. Ciò non significa che sarà un’operazione di facciata perché per Abramovic sarà comunque molto difficile ricavare qualcosa dalla cessione del club. E la sorte dei quasi 2 miliardi che ha immesso nelle casse del Chelsea durante gli anni è ancora del tutto incerta. Senza dimenticare che il presidente ha ancora il diritto di intentare un’azione legale contro le sanzioni.