Corriere dello Sport: “Stasera Turchia-Italia, le probabili formazioni”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle probabili formazioni del match di questa sera tra Italia e Turchia.

Non conta e non sposta, neppure per il ranking Fifa. Si tratta di un’amichevole e assegnerà appena 3 punti in caso di successo, quattro volte in meno rispetto a una partita vinta (se avessimo partecipato) al Mondiale in Qatar quando l’Italia di Mancini, risalita in tre anni dal ventesimo al sesto posto, scivolerà di nuovo e inesorabilmente indietro in classifica, cancellando il bonus costruito sino alla gloria di Wembley. Questa sera il freddo pungente di Konya, quota 1200 metri sull’altopiano dell’Anatolia Centrale, dovrà stimolare l’orgoglio e la reazione degli azzurri. Hanno perso la faccia a Palermo, eliminati dalle comparse della Macedonia del Nord e senza arrivare allo spareggio con il Portogallo di Ronaldo. Ora dovranno salvare l’onore e rialzare la testa, inviando un segnale chiaro e decifrabile con il ct Mancini, dopo le riflessioni, le confessioni e i silenzi di Coverciano, sfociati nel desiderio dichiarato di avviare un nuovo ciclo. Un altro tonfo con la Turchia, cinque giorni dopo la figuraccia del Barbera, non sarebbe sopportabile. Perché se lo sport ci invita a riflettere e accettare la sconfitta come seme di rinascita, esistono i momenti. Una partita senza orgoglio suonerebbe come un altro schiaffo e incrinerebbe l’idea di ripartire, nonostante il buco mondiale che ci separerà dal 2014 al 2026, sulla stessa base del lavoro avviato quasi quattro anni fa.

SEGNALI. Mancini non lascia, ma raddoppia l’impegno, garantito dal contratto prolungato prima dell’Europeo. Italia-Turchia l’11 giugno 2021, con l’Olimpico che riapriva le porte ai tifosi dopo la pandemia, inaugurava la galoppata verso il titolo di Wembley. La notte gelida di Konya, dentro il gioiello della Büyüksehir Arena popolato da 42 mila turchi, servirà al ct per misurare lo spessore di alcuni giovani, su cui ripone fiducia. E’ atteso Scamacca, in crescita esponenziale con il Sassuolo, da verificare in campo internazionale. Debutterà da titolare e gli verrà assegnato il posto di Immobile, da tutti considerato l’enorme rimpianto di questa Nazionale: irresistibile con la Lazio, mai messo nelle condizioni di attaccare come preferisce in azzurro. Si è adeguato Ciro, non il contrario, finendo per pagare il conto, poco assistito da un centrocampo in cui tutti portavano palla invece di lanciarlo, e avvertendo alla lunga il peso di pressioni insopportabili. Mancini gli ha dato il permesso di rientrare a Roma, “liberando” anche Insigne (prossimo all’esodo canadese) e Jorginho, gli altri due campioni d’Europa finiti nella centrifuga dopo lo choc di Palermo. Florenzi e Politano si sono aggiunti all’elenco che comprendeva Berardi, Verratti, Luiz Felipe e Gianluca Mancini, già rientrati per lievi infortuni.

SCELTE. Konya celebrerà il ritorno di Zaniolo, titolare in azzurro per la prima volta dopo quasi due anni dall’infortunio al ginocchio (7 settembre 2020 all’Arena di Amsterdam con l’Olanda) e non al top con la Roma. Raspadori, defilato a sinistra, completerà il tridente, salvo dare il cambio in corsa a Pellegrini, inizialmente fuori. Un occhio di riguardo forse anche ai club. Barella e Bastoni andranno in panchina come Locatelli, recuperato dal Covid. Acerbi e Chiellini formeranno il tandem centrale che il ct avrebbe voluto opporre a CR7. De Sciglio e Biraghi sulle fasce, Gigio tra i pali. Tonali, Cristante da vertice basso e Pessina sulla linea mediana. Nella ripresa entrerà Bonucci e potrebbe esserci spazio per Zaccagni e Joao Pedro. Cinque cambi da regolamento. Tre milioni d’incasso garantiti dai diritti tv. La primavera non è mai stata dolce con gli azzurri. Il 23 marzo 1958, dopo la debacle di Belfast, l’Italia di Foni perse al Prater di Vienna con l’Austria (2-3). Il 28 marzo 2018, con Di Biagio ad interim, la Nazionale finì ko a Manchester con l’Argentina (0-2). Undici precedenti, neanche una sconfitta con la Turchia. Per guardare con occhio diverso al futuro, sarebbe meglio non perdere. Un sorriso, azzurri. Please.